29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Olio d’oliva

L’extravergine compie cinquant’anni

Il presidente della Cia Giuseppe Politi ricorda l’importanza della legge che nel 1960 diede la nuova denominazione commerciale

ROMA - «Un vero emblema, un simbolo dell’agricoltura ‘made in Italy’ tipica, diversificata e di qualità. L’olio extravergine d’oliva rappresenta una cultura, una tradizione radicata nel territorio che, grazie al lavoro sapiente dei nostri agricoltori, è un fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano apprezzato e richiesto in tutto il mondo. Un prodotto inimitabile che fa grande il mondo agricolo nazionale, vanto di un impegno incessante di migliaia di imprese olivicole che operano con efficacia e determinazione». Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in occasione dei cinquant’anni della legge (1407 del novembre 1960), che ha ufficialmente introdotto la denominazione commerciale «olio extravergine di oliva» e in concomitanza con il convegno promosso a Milano da «Teatro Naturale», la rete dei saggi di «Coltura&Cultura», Olio Officina, sul tema, appunto, «1960-2010. Buon compleanno extra vergine. Tributo al re dei grassi».

«A cinquant’anni di distanza, la legge del 1960, pur con le necessarie modifiche in modo da adeguarla ai nuovi scenari economici e sociali, rappresenta -ha rilevato Politi- un importante punto di riferimento. Grazie alla normativa introdotta nel 1960, le nostre produzioni di qualità hanno conquistato i mercati internazionali e valorizzato l’attività di tantissimi produttori».

«Quella legge -ha rimarcato il presidente della Cia- suscitò all’epoca numerose polemiche. Ma oggi possiamo dire che fu lungimirante, soprattutto perché cominciò a suscitare attenzione verso l’olio d’oliva che veniva, purtroppo, relegato in una sorta di nicchia. Da allora sono stati raggiunti eccezionali livelli di qualità, premiando il lavoro dei nostri olivicoltori che tanto si sono impegnati per offrire ai consumatori, non solo italiani, un prodotto di altissimo pregio che ha cambiato il volto di un intero settore».
«In questi anni -ha sostenuto Politi- i passi compiuti sono stati molti e significativi. L’olio extravergine d’oliva è entrato prepotentemente nell’alimentazione dei nostri connazionali e si è affermato in tanti mercati mondiali, anche in aree dove era praticamente sconosciuto. Un ulteriore contributo è venuto dall’introduzione dell’etichetta d’origine, che ha permesso di salvaguardare e valorizzare le produzioni ‘made in Italy’ e di tutelare i consumatori con un’informazione più chiara e trasparente».

«Giustamente -come ha affermato Luigi Caricato, direttore di ‘Teatro Naturale’ e ideatore del progetto ‘Olio Officina’ e promotore della celebrazione del cinquantenario- l’extravergine da alimento etnico ha assunto la veste di alimento inter-etnico. ‘Un passaggio che è un lasciapassare per il futuro. I consumi -ha rilevato- ora riguardano popolazioni un tempo estranee alla cultura degli oli di oliva. Lo scenario alimentare che si profila all’orizzonte si sofferma sia sugli aspetti propriamente edonistici sia sugli aspetti più strettamente salutistici, per il ruolo di functional food universalmente riconosciuto dalla scienza medica e dai nutrizionisti’. Ecco, perché, dobbiamo continuare a percorrere la strada fin qui intrapresa e lavorare per far sì che questo prodotto consegua ulteriori successi».

«D’altra parte, il nostro Paese -ha evidenziato il presidente della Cia- è il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione che supera le 500.000 tonnellate (ricavate da 250 milioni di piante), due terzi delle quali extravergine e con molte Dop e Igp. Da non dimenticare poi il biologico. Il tutto per un valore produttivo che si avvicina ai 2,2 miliardi di euro».
«Comunque, tutto ciò -ha detto ancora Politi- non deve, però, far dimenticare la gravissima crisi che da tempo sta investendo il settore olivicolo, con imprese sempre più in difficoltà, con prezzi in caduta libera e con pesanti costi produttivi e contributivi che tagliano i redditi e che rischiano di provocare un drammatico crollo».
«C’è, infatti, bisogno di certezze e di reali prospettive. In quest'ottica è importante, una politica fatta di interventi incisivi che -ha concluso il presidente della Cia- diano agli olivicoltori gli opportuni strumenti per rilanciare lo sviluppo e accrescere la competitività. Un’azione che consenta di promuovere e valorizzare ancora di più l’olio extravergine d’oliva italiano, prevedendo anche accordi di filiera con la grande distribuzione».