29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La lezione

Chrysler, Obama: mai scommettere contro l'America

Il Presidente ha parlato dallo stabilimento Chrysler di Kokomo accompagnato dal vicepresidente Joe Biden e dall'amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne

NEW YORK - «La lezione è questa: mai scommettere contro l'America, mai scommettere contro il settore automobilistico americano, mai scommettere contro di noi». Così si è espresso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante la visita dell'Indiana Transmission Plant II di Chrysler a Kokomo, in Indiana, dove era accompagnato dal vicepresidente Joe Biden e dall'amministratore delegato di Chrysler e Fiat Sergio Marchionne.
«Dopo un paio di anni difficili questo stabilimento ha ricominciato a lavorare a pieno ritmo», ha fatto presente Obama. «Oggi sappiamo che la nostra decisione di aiutare l'industria automobilistica è stata la decisione giusta. Chrysler è un fulgido esempio, sono state fatte scelte difficili, Sergio Marchionne ha fatto scelte difficili, ma ora sappiamo che erano giuste», ha continuato Obama lodando il lavoro dell'amministratore delegato di Chrysler e Fiat e ha aggiunto fra gli applausi del pubblico: «Sergio mi ha detto che effettueranno nuovi investimenti, sono un esempio».

INVESTIMENTI - Chrysler ha annunciato ieri in un comunicato che investirà 843 milioni di dollari nello stabilimento di Kokomo. Il progetto dovrebbe contribuire a salvare quasi 2.250 posti di lavoro. Il totale che Chrysler ha investito a Kokomo sale così a 1,1 miliardi di dollari e la cifra complessiva investita negli Stati Uniti dal giugno 2009 passa a quasi a 3 miliardi di dollari. «Dovremmo rendere le cose più semplici per la classe media, non più difficili», ha concluso Obama».
«Gli Stati Uniti stanno tornando, ci stiamo di nuovo muovendo, non ci tiriamo indietro, non facciamo passi indietro», ha ricordato Obama aggiungendo che «faremo tutto il possibile per creare posti di lavoro, per questo le prossime settimane e i prossimi mesi sono importanti. Non è questione di essere democratici o repubblicani, è questione di rendere l'America competitiva«