12 ottobre 2025
Aggiornato 11:30
Dieta mediterranea

Riconoscimento alla qualità dell’agroalimentare «made In Italy»

Alla riunione di Nairobi, l’ufficializzazione di patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Il presidente della Cia Giuseppe Politi: premiato il lavoro di generazioni di agricoltori

ROMA - «Una vittoria della qualità, della tradizione, della salubrità e della tipicità dell’agricoltura e dell’agroalimentare made in Italy»: Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi ha salutato il riconoscimento ufficiale, avvenuto oggi a Nairobi, della dieta mediterranea come «patrimonio culturale immateriale dell’umanità» dell’Unesco.
«È stato premiato il lavoro di generazioni di agricoltori che si sono sacrificati per dare prodotti che oggi rappresentano un bene prezioso che va tutelato e valorizzato. Quindi, appare quanto mai opportuna la sua piena valorizzazione a livello mondiale, visti anche i continui e qualificati riconoscimenti scientifici e medici per le sue caratteristiche nutritive e salutistiche».

«Il riconoscimento da parte dell’Unesco -ha rimarcato il presidente della Cia- non significa, comunque, solo dare atto alle peculiarità di un’alimentazione salubre, ma anche rilanciare i consumi e, nello stesso tempo, valorizzare la storia e la cultura di tutti quei paesi che si affacciano nel Bacino Mediterraneo, i cui popoli sono custodi di una tradizione secolare che proprio nella dieta ha le sue radici più profonde».
«La decisione presa oggi dall’Unesco rappresenta -ha detto ancora Politi- un’ulteriore valorizzazione anche per la nostra agricoltura tipica, diversificata e di qualità, dove il 50 per cento della produzione risiede negli alimenti (cereali, vino, ortofrutta, olio d’oliva) che sono alla base della dieta mediterranea. Non solo. È un premio per lo stesso mondo agricolo europeo, il cui 40 per cento del valore è rappresentato da produzioni che caratterizzano questa particolare alimentazione».
«La decisione dell’Unesco -ha affermato il presidente della Cia- rimette al centro dell’attenzione le tradizioni alimentari del Mediterraneo, che trovano la loro massima espressione nella dieta che lega il suo nome al nostro mare, e ciò significa dare un reale riconoscimento alla comune identità. La dieta mediterranea non è solo un modo di nutrirsi, ma è l’espressione di un intero sistema culturale improntato alla convivialità, all’attività fisica e alla sapienza contadina degli alimenti. Da millenni sulle rive del ‘Mare Nostrum’ si coltivano quei prodotti, quali cereali, ulivo, vite, frutta e ortaggi, da cui la cultura dell’uomo ha saputo ricavare gli alimenti alla base della dieta mediterranea e che ora come allora possono contribuire in maniera rilevante al bene collettivo».
«Oggi, in un mondo sempre più globalizzato, innalzare i valori nutrizionali di cibi sani e genuini che hanno fatto la storia della tradizione alimentare mediterranea è un fatto -ha concluso Politi- di estrema e significativa importanza».