3 ottobre 2025
Aggiornato 04:30
Vertice G20

Cina: la Fed fa bene agli USA ma male a tutti gli altri

Torna la disputa globale sulle politiche monetarie in vista di Seoul dopo il nuovo programma di acquisti di titoli di Stato Usa da 600 miliardi di dollari

PECHINO - Si moltiplicano i segnali di irritazione che dai giganti emergenti e non solo giungono dopo le ultime manovre espansive decise negli Stati Uniti dalla Federal Reserve. Mercoledì scorso la Banca centrale americana ha annunciato un nuovo programma di acquisti di titoli di Stato Usa da 600 miliardi di dollari, una manovra volta a rivitalizzare la ripresa economica che si teme si stia indebolendo, ma che intanto ha già provocato netti indebolimenti del dollaro sul mercato dei cambi. E vista la delicatezza che il tema dei cambi ha sul commercio internazionale la manovra non è piaciuta a molti. "Potrà anche essere una ottima politica per gli Usa, ma non lo è per il resto del mondo dove anzi rischia di innescare molte ripercussioni negative", ha avvertito oggi il governatore della Banca centrale cinese Zhou Xiaochuan.

Una netta presa di posizione che segue commenti altrettanto negativi da altri paesi. Come il Brasile, dove il ministro delle Finanze, Guido Mantega, lo stesso che settimane or sono aveva messo in guardia dai rischi di una guerra globale sulle valute, ha a sua volta criticato la mossa della Fed. "Tutti desiderano che l'economia americana sia in ripresa, ma non va bene a tutti che si gettino dollari da un elicottero", ha affermato. E oggi in apertura il Fiancial times riporta che anche la Germania ha espresso preoccupazioni. Il tutto non lascia presagire un quadro facile in vista del vertice dei capi di Stato e di governo del G20, l'11 e 12 novembre a Seul. Parlato sempre oggi un altro esponente cinese, Cui Tiankai, capo negoziatore al G20 ha esplicitamente criticato l'idea di Washington di stabilire dei limiti sugli avanzi di partite correnti dei vari paesi.