Scritta sui muri delle sede Cisl a Torino: «10 100 1000 fumogeni»
Lo denuncia il sindacato che «conferma la volontà di proseguire la sua azione sindacale»
TORINO - «10 100 1000 fumogeni». E' la scritta comparsa questa mattina sui muri della sede Cisl di via Madama Cristina 50 a Torino. Lo denuncia il sindacato, che «conferma la volontà di proseguire la sua azione sindacale con l'obiettivo di tutelare i posti e le condizioni di lavoro in un quadro sociale ed economico molto difficile».
La settimana scorsa alla Festa democratica a Torino il segretario generale Raffaele Bonanni era stato colpito da un fumogeno durante un dibattito, nell'ambito di una contestazione a cui avevano partecipato alcuni esponenti del centro sociale Askatasuna.
GHIGLIA - Le scritte comparse oggi sui muri della Cisl torinese sono «figlie di una tolleranza eccessiva che consente agli esponenti dei centri sociali di poter agire impuniti». Lo sottolinea il vice coordinatore piemontese del Pdl, Agostino Ghiglia, che esprimendo «sentita solidarietà alla Csil» sollecita il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e la giunta alla «chiusura definitiva dei centri sociali. Speriamo fiduciosi -conclude l'esponente azzurro- che questa sia l'ennesima goccia capace di far traboccare il vaso della tolleranza lassista della sinistra torinese verso gli estremisti».
MERLO - «L'attacco alla Cisl e alle sue proposte e' una chiara aggressione a chi fa del riformismo e della concertazione la sua cifra politica e sindacale». Cosi' il parlamentare del Pd, Giorgio Merlo, commentando le scritte comparse questa mattina sui muri della sede torinese della Cisl.
«Prima l'aggressione a Bonanni alla festa del Pd a Torino e poi le scritte minacciose comparse sotto la sede cittadina della Cisl - sottolinea Merlo - sono la conferma che quelle posizioni cominciano a disturbare riproponendo, purtroppo, anche un clima gia' tristemente noto alle cronache politiche degli anni Settanta e Ottanta».
«Compito dei partiti riformisti oggi, a cominciare dal Pd, e' anche quello di non lasciare politicamente sole quelle posizioni. Chi non se ne rende conto contribuisce, seppur involontariamente, ad isolare la Cisl e a colpire la cultura riformista e democratica nel nostro Paese».