1 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Dopo la battuta d'arresto del 2009

Nel 2010 assunti 181.000 stranieri, +22.000 (14,1%)

La Fondazione Leone Moressa analizza i dati Excelsior-Unioncamere sulle previsioni di assunzione per il 2010

ROMA - Dopo la battuta d'arresto del 2009 torna a crescere la domanda di manodopera straniera nel 2010 con la richiesta che si concentra maggiormente nei servizi alle persone, nelle aziende di grandi dimensioni, nelle professioni qualificate del commercio e servizi. Parma, Forlì-Cesena e Prato le province con l'incidenza più elevata di assunzioni straniere. E' quanto emerge dall'indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa che ha analizzato i dati Excelsior-Unioncamere sulle previsioni di assunzione per il 2010.

I nuovi assunti stranieri nelle aziende italiane previsti nel 2010, si legge in una nota, sono 181mila (22mila in più rispetto al 2009) e coprono il 22,6% delle assunzioni complessive. L'incremento è del 14,1% (+8,2% gli stagionali, +18,7% i non stagionali) a fronte della flessione del 31% registrata lo scorso anno. Sono prevalentemente le imprese sopra i 50 dipendenti (41,7%) a ricercare manodopera straniera da impiegare nei servizi alle persone (21,8%), richiedendo lavoratori con esperienza nel settore (54,6%) e qualificati nel commercio e nei servizi (27%). Parma, Forlì-Cesena e Prato sono le province con il maggior peso di assunti stranieri rispetto al totale delle assunzioni previste, con incidenze pari, rispettivamente, a 41,9%, 38% e 32,3%.

Durata del contratto - Nel 2010 le imprese italiane assumeranno in prevalenza nuova manodopera straniera per ricoprire lavori non stagionali (105mila unità), mentre per le mansioni a carattere stagionale si tratta di 75mila nuovi posti. Ma il peso maggiore delle nuove assunzioni avviene tra i lavori a tempo determinato dove il peso dei contratti stagionali sottoscritti dagli stranieri saranno il 30% del totale, contro il 19,2% delle mansioni non stagionali.

Aree del paese - La propensione all'assunzione di manodopera straniera è più elevata nelle aree del Nord e del Centro rispetto al Sud: infatti, se in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana l'incidenza dei nuovi assunti stranieri supera il 25% del totale, in Puglia, Sardegna e Basilicata si tratta appena del 12,8%, 13,6% e del 13,8% (rispettivamente).

Per quanto riguarda le sole assunzioni non stagionali, spiega la Fondazione Leone Moressa, prevale la richiesta di manodopera straniera nei servizi alle persone (come trasporti, assistenza sanitaria, istruzione) specie in Emilia Romagna (28,8%), Piemonte e Valle d'Aosta (20,9%). Vi è più probabilità di assunzione nelle aziende dei servizi alle imprese se gli stranieri sono residenti in Basilicata (51,1%), Lombardia (26,9%), Toscana (24,7%) e Trentino Alto Adige (21,9%). Nelle regioni meridionali la richiesta prevalente sarà nel settore delle costruzioni, mentre in Veneto e nelle Marche la domanda di stranieri avverrà nella manifattura. Infine il comparto turistico la farà da padrona in Friuli Venezia Giulia (23,3%) e in Sardegna (27,8%). «La ripresa delle assunzioni di stranieri in Italia -dichiarano i ricercatori della Fondazione - è il primo ma ancora timido segnale di risveglio dell'attività economica, dopo un 2009 caratterizzato da una flessione nelle assunzioni di manodopera immigrata del -31%. Se si considera che per i 20mila nuovi posti di lavoro disponibili in più rispetto allo scorso anno si preferiranno lavoratori stranieri, allora occorre riflettere sulle reali esigenze del mondo produttivo che non ha smesso di ricercare queste figure lavorative».