25 marzo 2025
Aggiornato 00:30
In picchiata il gruppo Fiat (-36%)

Auto, il mercato crolla a luglio: -26%

È il maggior calo da gennaio 2009, all'apice della crisi del settore. Lingotto: «Pesa l'assenza degli incentivi». Unrae: «A rischio 650 mila posti di lavoro»

ROMA - Nuovo tonfo del mercato dell'auto a luglio, con un crollo delle immatricolazioni del 26%. E per la Fiat il bilancio è ancora più pesante, perchè le vendite sono diminuite del 36% mentre la quota di mercato è scesa sotto il 30%. Una situazione difficile, sottolinea il Lingotto, dovuta in buona parte all'assenza degli incentivi alla rottamazione. E l'industria dell'auto lancia l'allarme per le conseguenze sempre più inevitabili di questo trend negativo, che prosegue ormai da alcuni mesi: con la crisi del settore, sostiene l'Unrae, sono a rischio molti posti di lavoro e ci saranno forti perdite per il gettito fiscale.

I DATI - Dopo il pesante -19,12% di giugno, a luglio - secondo i dati del ministero dei Trasporti - sono state immatricolate 152.752 auto, con una flessione del 25,97% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Il volume globale delle vendite, in particolare, ha interessato per il 27,94% macchine nuove e per il 72,06% vetture usate. Un trend «decisamente negativo», evidenzia la Fiat, che ha accusato un nuovo duro colpo dopo il -27,5% di giugno. Per la casa torinese le immatricolazioni sono diminuite del 35,81%, mentre la quota di mercato è calata al 29,1% (un mese fa era al 30,4%).

ANFIA - «Siamo di fronte al peggior risultato da inizio anno - sostiene l'Anfia - e per trovare livelli di immatricolazioni così bassi a luglio (sotto le 160mila unità) bisogna risalire al 1995». Il risultato, secondo l'associazione nazionale delle industrie automobilistiche, «conferma i timori già espressi nei mesi scorsi a causa del persistere di una difficile congiuntura economica e dell'assenza di interventi di sostegno alla domanda, cui va ad aggiungersi la bassa propensione all'acquisto che caratterizza i mesi estivi».

UNRAE - La caduta delle vendite, ammonisce poi l'Unrae, «ha due conseguenze, entrambe di grande rilievo. Innanzitutto si va manifestando in modo preoccupante la progressiva forte difficoltà dei concessionari auto, che in molti casi si trovano costretti a ridurre il personale». Per il settore, poi, ci sarà un «minor fatturato di 10 miliardi di euro e, quindi, un minor gettito Iva di circa 2 miliardi per le casse dello Stato».