29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Garantite solo le urgenze

Medici in sciopero, 40mila operazioni rinviate

Nessun disagio nelle strutture pubbliche. Il Ministro della salute Fazio: «Il taglio del turn over non c'è»

ROMA - Medici, veterinari, sanitari e amministrativi del comparto dirigenza pubblica oggi sono scesi in sciopero contro la manovra finanziaria del governo che, secondo i sindacati del settore, «senza cambiamenti porterà inaccettabili tagli alla sanità, conseguenza del blocco del turn-over, del dimezzamento dei precari e della scure sulle prestazioni sociali, con pesanti ricadute negative sulle prestazioni del servizio pubblico per i cittadini e sulla qualità del lavoro».

L'adesione stimata è stata del 75%, con circa 40mila interventi chirurgici programmati rinviati per l'occasione, anche se negli ospedali, asl e pronto soccorso non si sono verificati particolari disservizi per i cittadini.

Lo sciopero è stato organizzato dai sindacati Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Fedir sanità, Sidirss. A Roma, davanti la Camera dei Deputati, si è svolto un sit-in al quale secondo le organizzazioni sindacali hanno partecipato circa 200 persone.

«Ogni azienda o ospedale a livello regionale ha in ogni caso garantito il servizio minimo, la gestione delle emergenze è stata rispettata - spiega Massimo Cozza, segretario Fp Cgil medici - inoltre molti medici hanno aderito allo sciopero 'idealmente', andando al lavoro senza timbrare il cartellino. Il dato politico più importante è che per la prima volta da anni l'iniziativa ha riunito insieme quasi tutti i sindacati del settore».

Tra le regioni nelle quali si è registrata un'adesione più alta ci sono la Campania, l'Emilia-Romagna e la Toscana. La Lombardia, invece, tra quelle meno partecipative.

Nel pomeriggio è giunta la risposta allo sciopero del ministro della Salute Ferruccio Fazio: «La manovra in discussione al Parlamento non prevede il blocco del turn over del personale del servizio sanitario nazionale», ha scritto in una nota, ribadendo la sua posizione «anche a nome del governo, al fine non già di raccogliere o di alimentare inutili provocazioni politiche, ma di tranquillizzare i cittadini e i medici stessi».