Autotrasporto, ok al decreto su tariffe minime
Obiettivo: rendere più competitivo il settore che ha risentito della congiuntura economica e del forte aumento del prezzo del gasolio
ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge sull'autotrasporto che ha l'obiettivo di «rendere più competitivo» il settore che «ha particolarmente risentito della congiuntura economica sfavorevole oltre che del forte aumento del prezzo del gasolio». Lo rende noto il comunicato ufficiale emesso al termine del Cdm. Il decreto prevede la possibilità di stabilire accordi di settore o di categoria fissando tariffe minime contro cui l'Antitrust ha espresso un parere contrario in una segnalazione inviata al Governo e al Parlamento.
Il decreto legge, proposto dal presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi e del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, dispone interventi a sostegno dell'autotrasporto stradale e aereo. Il testo, spiega la nota, «modifica la normativa vigente per conseguire obiettivi primari di interesse collettivo, quali la tutela degli addetti e la sicurezza della circolazione e, nel contempo, rendere più competitivo il settore dell'autotrasporto di merci su strada, che ha particolarmente risentito della congiuntura economica sfavorevole oltre che del forte aumento del costo del gasolio. L'intervento regolatorio garantisce un migliore equilibrio commerciale dei ruoli dei vettori e dei committenti, attraverso gli accordi di settore per categorie merceologiche e gli accordi tra le organizzazioni associative di categoria che interagiscono all'interno della filiera logistica».
ANTITRUST: GOVERNO CONTRADDITORIO - «Dopo avere annunciato una politica di liberalizzazioni il Governo, contraddicendosi, ha varato oggi un decreto legge sull'autotrasporto che nella sostanza ripristina tariffe minime inderogabili, senza tenere conto delle ragioni del mercato chiaramente espresse nella segnalazione tempestivamente inviata dall'Antitrust». Lo afferma in una nota il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà.
«Ora - aggiunge - c'è il rischio che altre categorie chiedano lo stesso privilegio, ai danni della concorrenza e dei consumatori. Per questo motivo l'Antitrust auspica che il Parlamento non ratifichi la decisione governativa».