Manovra, sì alle richieste delle imprese
Confronto Berlusconi-Tremonti. Ok all'emendamento sulle pensioni. Marcegaglia: «Accolte richieste delle aziende». Letta: «Giornata calda, tagli maledetti»
ROMA - Confindustria incassa le promesse del premier sulle richieste avanzate dalle imprese su fisco e rinnovabili, ma l'iter della manovra al Senato è tutt'altro che in discesa. E il governo già preannuncia l'intenzione di chiudere i giochi in Aula blindando il testo con la fiducia. Intanto, i lavori in commissione procedono a rilento e sono legati a doppio filo all'impasse all'interno della maggioranza. Tensioni che hanno portato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a incontrare il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti, per fare il punto sui nodi irrisolti della manovra, a partire dai tagli a Regioni, Province e Comuni che hanno scatenato le dure proteste delle autonomie locali.
Confronto che si è chiuso con l'orientamento del Capo del governo e del ministro dell'Economia a porre la questione di fiducia a palazzo Madama. Berlusconi e Tremonti, informa una nota di palazzo Chigi, «hanno valutato tutti i miglioramenti proposti e realizzabili, fermo restando il principio della invarianza dei saldi». Il presidente del Consiglio, prosegue il comunicato, «valutati i tempi per la conversione, considerando che il bene comune non è fatto dalla somma dei pur legittimi interessi particolari, sotto la sua responsabilità e nell'interesse del paese ha ritenuto di orientare il governo verso la richiesta di fiducia al Parlamento».
Il via libera della commissione atteso per oggi slitta a domani e anche per l'approdo in Aula servirà un giorno in più. Una conferenza dei capigruppo di palazzo Madama che si riunirà domani all'ora di pranzo dovrebbe posticipare a mercoledì l'avvio dei lavori dell'Assemblea. Intanto, fra le proposte di modifica approvate oggi in commissione è arrivato l'ok all'emendamento del relatore, Antonio Azzollini (Pdl), sulle pensioni: arriva lo scalone unico per le lavoratrici del pubblico impiego che, a partire dal 2012, andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni. E per tutti scatta dal 2015 l'adeguamento dei requisiti di pensionamento all'aspettativa di vita media, calcolata dall'Istat.
Viale dell'Astronomia e Rete Imprese Italia, che ieri avevano lanciato l'allarme sul fisco, oggi hanno incassato l'ok, con una garanzia arrivata direttamente al telefono da Berlusconi e Tremonti, sulle modifiche richieste. Sul banco degli imputati le misure relative alla riscossione (articolo 38) e alla compensazione dei debiti e crediti fiscali (articolo 31). Gli industriali hanno detto 'no' alla proposta di portare da 150 a 300 giorni la durata massima della sospensione giudiziale degli atti di recupero dei crediti verso l'amministrazione. L'altra misura che desta allarme riguarda il divieto di effettuare compensazioni fra crediti e debiti fiscali in presenza di accertamenti anche di importo modesto (1.500 euro). Inoltre, gli imprenditori chiedono correzioni all'articolo 45 sulle rinnovabili che prevede l'abolizione dell'obbligo di riacquisto da parte del Gse (Gestore servizi energetici) dei certificati verdi in eccesso sul mercato.
Tra i nodi ancora sul tavolo, i tagli alle autonomie locali. Regioni, Province e Comuni non sono soddisfatte dall'emendamento del relatore che lascia invariati i saldi, ma che introduce flessibilità per le regioni virtuose. I governatori, che hanno duramente protestato contro i forti sacrifici chiesti dal governo, sono tornati a chiedere un incontro urgente al premier. Confronto che potrebbe svolgersi domani. Attesa anche la riformulazione dell'emendamento che taglia le tredicesime per magistrati, poliziotti e altre categorie. «L'emendamento - ha spiegato il relatore - è da riverificare nel suo complesso. Lo stiamo facendo».