Manovra, il Governo orientato alla fiducia
Buon lavoro delle Camere, valutati i miglioramenti ad invarianza di saldi. Fitto: «Nessun incontro con le Regioni». Marcegaglia soddisfatta: «Accolte le nostre richieste»
ROMA - Il governo è orientato a chiedere la fiducia sulla conversione in legge del decreto che contiene la manovra. Lo rende noto palazzo Chigi, dopo l'incontro che si tenuto questo pomeriggio ad Arcore tra il premier e il responsabile dell'Economia.
«Il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi ed il ministro Tremonti - si legge nella nota - hanno preso atto del buon lavoro finora sviluppato in Parlamento ed hanno valutato tutti i miglioramenti proposti e realizzabili, fermo il vincolo dell'invarianza dei saldi».
«Il Presidente del Consiglio dei ministri - è la conclusione - valutati i tempi per la conversione, considerando che il bene comune non è fatto dalla somma dei pur legittimi interessi particolari, sotto la sua responsabilità e nell'interesse del Paese, ha ritenuto di orientare il Governo verso la richiesta di fiducia al Parlamento».
MARCEGAGLIA - Le richieste delle imprese per modificare la manovra economica sui temi fiscali e sull'articolo 45 in materia di rinnovabili «sono state accolte». Lo annuncia il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, dopo aver sentito telefonicamente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
«Proprio qualche minuto fa - dice Marcegaglia a margine dell'assemblea di Confindustria Reggio Emilia - ero al telefono con Tremonti e Berlusconi e penso di poter dire che le nostre richieste sono state accolte. Quindi dovremmo andare verso la soluzione dei problemi che avevamo sollevato. Avevamo espresso alcune perplessità sui temi fiscali e sul problema dell'articolo 45 sulle rinnovabili».
BERSANI - La scelta di porre la fiducia sulla manovra è di «totale irresponsabilità». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta così la decisione annunciata dal Governo: «E' un annuncio di totale irresponsabilità. Ognuno vede che questa manovra va radicalmente cambiata. Il Pd ha presentato proposte alternative che non mutano i saldi. L'esigenza di Berlusconi di ammanettare la propria maggioranza sta mettendo il Paese sempre più nei guai».
ERRANI - Il presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani ribadisce la sua «fortissima preoccupazione» per i contenuti della manovra economica per la quale ha chiesto un incontro rapido con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Dall'assemblea di Confindustria a Reggio Emilia, confida di non aver ancora ricevuto alcun invito per un incontro con le Regioni.
«Ribadisco la mia fortissima preoccupazione» dice Errani a margine dell'assemblea degli industriali a chi gli chiede un commento sull'orientamento del Governo a mettere la fiducia sulla conversione in legge del decreto che contiene la manovra. «Francamente - continua - mi aspettavo oggi che il Governo ci dicesse quando ci incontra il presidente del Consiglio. Non posso immaginare che il presidente del Consiglio non voglia vedere le Regioni. Non ci voglio nemmeno pensare». Quindi, continua il presidente Errani, «aspetto per domani mattina o in tempi rapidissimi la convocazione di questo incontro, in tempo per definire il maxi emendamento e per riequilibrare la manovra che diversamente è insostenibile».
DI PIETRO - Antonio Di Pietro invita le opposizioni alle «barricate» contro il governo Berlusconi, dopo l'annuncio del voto di fiducia «ordinata da un dittatore su norme che nessuno vuole».
«Berlusconi, come tutti i dittatori,- dice il leader Idv commentando l'incontro Berlusconi-Tremonti- si è chiuso nel suo bunker e impone il voto di fiducia su un provvedimento che non vuole nessuno: né i lavoratori, né i sindacati, né le imprese, né gli insegnanti, né le Forze dell'Ordine, né i magistrati né tutte quelle categorie che vengono vessate, bastonate e penalizzate da queste norme inique. E' giunto il momento di alzare le barricate per riportare il Paese alle urne al più presto, prima che accada l'irrimediabile, cioè la rivolta sociale. Mentre il Paese sprofonda, il Nerone di turno appicca il fuoco e se la ride».