20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
I nodi economici

Manovra, anche le imprese protestano

«Cambiare le norme sul fisco». Indice puntato su riscossione e compensazione debiti e crediti. Le Regioni: «Non possiamo farci trattare in questo modo»

ROMA - Anche le imprese vanno all'attacco della manovra. Confindustria e Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, CNA; Casartigiani, Confesercenti) ribadiscono le preoccupazioni già espresse nei giorni scorsi, in merito alle misure relative alla riscossione (art. 38) e alla compensazione dei debiti e crediti fiscali (art.31).
Le imprese fanno appello quindi appello al Parlamento e al Governo, al Presidente Berlusconi e al Ministro Tremonti affinché vengano modificate queste norme, che, nella formulazione attuale, «costituiscono violazioni gravi dei diritti dei contribuenti e nulla hanno a che fare con il contrasto all'evasione».

Una protesta che si aggiunge a quella reiterata delle regioni (anche guidate dal Pdl) sui tagli alla spesa. «Non possiamo farci trattare in questo modo. Le Regioni sono pezzi di Stato. Da tempo io e gli altri governatori abbiamo chiesto un incontro al ministro Tremonti. Non l'abbiamo ottenuto. Per questo sono andata da Berlusconi» ha detto ieri in un'intervista al Tempo, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. «Mi rendo conto che c'è la crisi ma andavano tenuti presenti i cambi al vertice delle Regioni e le pesanti eredità. Mi aspettavo, e con me pure gli altri presidenti, un'attenzione maggiore da parte del governo». E riferendosi ai «cialtroni» lanciato dal ministro dell'Economia a quelle regioni che non hanno speso i fondi ue, Polverini ha aggiunto «La mancata spesa dei fondi Ue appartiene a una stagione che ormai è alle nostre spalle. L'espressione di Tremonti è stata ingiusta verso governatori giovani, eletti da pochi mesi, che stanno cercando di cambiare la rotta rispetto agli ultimi anni».

Nella maggioranza la manovra continua a creare mal di pancia. Sul ministro Tremonti, in «duro scontro» con Berlusconi secondo il Corriere della sera, è intervenuto ieri il portavoce di Berlusconi: «è un titolo assolutamente infondato».