Manovra, esame al Quirinale. Berlusconi: «L'ho firmata»
Via libera dal premier che in mattinata aveva detto: «È all'attenzione del Quirinale, firmerò quando Napolitano darà la sua valutazione». L'Anm congela lo sciopero
ROMA - Il testo della manovra economica ha impiegato più di quattro giorni per giungere da Palazzo Chigi al Colle ma da stamani il decreto è all'attenzione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I tempi di trasmissione sono stati insolitamente lunghi e per questo anche ieri, nell'incontro al Quirinale per la scelta dei nuovi Cavalieri del lavoro, il premier Silvio Berlusconi ha parlato con il presidente di un provvedimento di «difficile composizione». Oggi, però, la svolta.
LA «REGOLA» - Già stamani, conversando brevemente con i cronisti all'uscita dalla residenza romana di Palazzo Grazioli, Berlusconi aveva annunciato che il decreto era «già all'attenzione del Capo dello Stato». La firma? «La manovra viene firmata quando il Colle avrà dato la sua valutazione» aveva aggiunto. Procedura non proprio ortodossa, per la verità, se è vero che, da prassi indiscussa, al Colle giungono testi già firmati dal premier. Tant'è vero che quasi contemporaneamente alla nota di Palazzo Chigi, che annunciava la firma del dl da parte di Berlusconi e l'attesa delle «valutazioni» di Napolitano, ambienti del Quirinale fanno sapere che il presidente sta esaminando la manovra trasmessa già firmata dal presidente del Consiglio. Questa è la «regola».
TEMPI RAPIDI - Ieri, comunque, lo stesso Berlusconi aveva promesso al presidente tempi rapidi per l'invio della manovra, completa, ovviamente, di tutti i numeri necessari. E' prematuro indagare sugli orientamenti del presidente che ha più volte sottolineato di voler leggere bene il testo del provvedimento prima di esprimere, seppure e sempre nei limiti delle sue prerogative, una valutazione. Certo è che questa è l'ora dei «sacrifici» e che la manovra è «necessaria» come ha sostenuto nei giorni scorsi Napolitano augurandosi però che «i sacrifici vengano equamente distribuiti tra la popolazione».
ANM: «PER ORA NIENTE SCIOPERO» - Lunedì, intanto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta incontrerà una delegazione dell'Associazione nazionale magistrati. Le toghe avevano ventilato l'ipotesi di uno sciopero contro i tagli previsti dalla manovra ma oggi pare che questa possibilità sia rientrata.
Il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini ha sottolineato la necessità di «mettere in campo iniziative, ma nei limiti della responsabilità». Nel testo inviato al Quirinale sarebbero stati 'ammorbiditi' i tagli alla pubblica amministrazione, compresi quelli sugli stipendi dei magistrati, dei membri Consiglio di Stato e della Corte Conti e gli avvocati dello Stato.
Il testo sarà attentamente valutato dal presidente e dal suo staff giuridico con un esame, al solito e soprattutto davanti alla necessità di «sacrifici», molto approfondito. Difficile prevedere quando il decreto sarà firmato, quello che è certo è che il Colle, pur tenendo conto della situazione contingente, si prenderà il tempo «necessario».