6 maggio 2024
Aggiornato 08:00
Ordine sparso

Opposizioni divise sulla manovra

Idv duro, Pd cauto, Udc disponibile. I Democratici oscillano tra «responsabilità» e polemica col Governo Berlusconi

ROMA - Sulla manovra le opposizioni viaggiano per ora in ordine sparso, l'appello di Giorgio Napolitano al «senso di responsabilità» da parte di tutti non frena gli attacchi di Antonio Di Pietro e, per ora, sembra mettere in qualche difficoltà il Pd, che cerca una difficile terza via tra le barricate di Idv e la disponibilità annunciata dall'Udc. La parola d'ordine tra i democratici, per ora, è «troppi tagli», anche se tutti aggiungono che il Pd valuterà i provvedimenti «nel merito» e con «responsabilità», mentre Pier Ferdinando Casini si dice disponibile anche a votare la manovra, sia pure riservandosi prima di leggerla e ponendo la condizione dell' «equità».

La contromanovra di Di Pietro - Di certo, le parole di Napolitano non hanno fatto breccia nell'Italia dei valori. Di Pietro già da giorni ha assunto una linea di intransigenza nei confronti del governo e oggi ha rilanciato la propria «contromanovra» e aggiunge che il governo deve «andare a casa» se si vuole «salvare il Paese».

Pier Luigi Bersani, dalla Cina, detta la linea del Pd: «La favola è finita: ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, che era tutto a posto, invece non è vero niente. E la Grecia non c'entra nulla: è un problema nostro. E non vedo riforme, non vedo niente». Una bocciatura rivolta soprattutto alla politica economica seguita dal Governo nei due anni scorsi. Ma un giudizio compiuto sulla manovra per ora non c'è e Massimo D'Alema pronuncia parole caute: «Non l'ho letta, non posso giudicare articoli di giornale. In generale siamo in una situazione nella quale in tutto il mondo di fronte alla crisi si è reagito con politiche di sviluppo». L'ex ministro degli Esteri non infierisce sul Governo italiano: «In Europa, - non è un problema dell'Italia, ma di tutta l'Europa - si segue solo una logica di tagli. Così il rischio è di rimanere indietro». I richiami del capo dello Stato, per D'Alema, non possono restare inascoltati, e non a caso già da giorni sollecita una posizione del Pd.