28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Commercio su aree pubbliche: dati, cifre, prospettive

Assemblea elettiva Anva 2010

Il commercio al dettaglio nel suo insieme, chiude l’anno con 16.600 imprese in meno

ROMA - Si è svolta stamattina l’assemblea elettiva ANVA – Confesercenti (ambulantato).
Se nel 2009 il commercio al dettaglio nel suo insieme, chiude l’anno con 16.600 imprese in meno, il commercio ambulante e su aree pubbliche fa registrare, anche se a fatica, una tenuta. Segno forse che in periodi di forte crisi questa forma di vendita rappresenta anche una difesa della fascia più debole del consumo e necessariamente un servizio importante alla comunità oltre ad essere una alternativa valida alle più moderne forme di consumo.

Dopo l’introduzione di Marco Venturi Presidente Confesercenti, Antonello Oliva responsabile dell’Ufficio Economico di Confesercenti ha presentato la sua relazione dove ha illustrato alcuni dati che aiutano a fotografare brevemente la realtà del comparto.
- Nel 2009 sono ben 167 mila imprese di commercio su aree pubbliche iscritte al registro delle imprese.
- Nel 2009 gli esercizi di commercio ambulante sono diventati il 21,6%, del totale degli esercizi al dettaglio, percentuale che sale al 40% nel comparto abbigliamento, tessuti e calzature.
- Il commercio su aree pubbliche è sempre più multi-etnico: le imprese a conduzione extracomunitaria sono arrivate, nel 2008, a rappresentare il 33% del totale delle imprese. Quelle con titolare di nazionalità straniera rappresentano più della metà delle attività itineranti, con una percentuale del 64%, a fronte di un 15% che si registra nel commercio ambulante a posteggio fisso
- Dal 2005 al 2008 le imprese a posteggio fisso si sono ridotte dell’8% mentre quelle itineranti sono cresciute del 18%.
- Il commercio ambulante ha una dimensione media di 1,5 addetti per impresa. Nel 2009 si stimano 235 mila occupati, ossia il 13,3% del totale del commercio al dettaglio.
- La quota di mercato del commercio ambulante sui consumi commercializzati è dell’11-12%. Nonostante la crisi economica e l’espulsione del settore distributivo di migliaia di piccoli esercizi nel corso di questi decenni, gli ambulanti mantengono un ruolo nelle scelte di spesa delle famiglie.
- Il giro d’affari complessivo supera i 25 miliardi di euro.

Le imprese specializzate nell’alimentare e nell’abbigliamento, vestiario e calzature rappresentano il 65% delle attività. Le imprese alimentari continuano a ridursi confermando un trend negativo iniziato dal 2006; mentre crescono le imprese specializzate nella vendita di abbigliamento, tessuti e calzature

I PROBLEMI DEL COMPARTO SEGNALATI DALL’ASSEMBLEA ANVA
Sicurezza, gestione, organizzazione dei mercati ed abusivismo rappresentano i nervi scoperti.
L’ abusivismo commerciale, in particolare, genera ogni anno un volume di affari stimato tra i 4 e gli 8 miliardi di ¤, una quota che oscilla tra il 2 ed il 4% dei consumi commercializzati. L’Italia è la prima in Europa in fatto di consumo di beni contraffatti.
L’Anva ha tra i suoi obiettivi prioritari quello di intervenire su queste problematiche con più forza e con un coordinamento più efficace fra centro e periferia.
L’impegno dell’organizzazione per il futuro deve portare a garantire una qualificazione strutturale ed organizzativa di tutto il settore anche con una ridefinizione dei settori merceologici.
Nel corso del 2009, ma anche nei primi mesi del 2010, è stato necessario intervenire a più riprese come associazione per fare correggere (o impedire) l’introduzione di nuove norme che avrebbero impedito a moltissimi imprenditori di continuare a svolgere la propria attività.
E’ ormai maturo il tempo per andare ad una rivisitazione delle leggi che regolano il nostro settore.
Non è possibile accettare, come nel caso degli alcolici e del D.U.R.C., che vengano attuate nei confronti di questo comparto vere e proprie azioni discriminatorie.
Occorrerebbe fare in modo che, al di là della autonomia delle regioni, i provvedimenti siano coerenti su tutto il territorio nazionale.

STUDI DI SETTORE E SCONTRINO FISCALE
Manca ancora il patto fra «Fisco e Associazioni di categoria» sugli studi di settore che avrebbe dovuto portare ad una semplificazione degli adempimenti. E’ ormai conclamato che non è attraverso il controllo della emissione di scontrini fiscali che si sconfigge la piaga dell’evasione, ma ancora si è in attesa dell’abolizione della valenza fiscale dello scontrino per chi è in regola su gli studi di settore. Cosa questa già da tempo concessa alla G.D.O., senza meriti, da parte di questi ultimi, acquisti sul campo.

MERCATO DEL LAVORO
Il settore del commercio su aree pubbliche presenta esigenze molto particolari in materia di mercato del lavoro che le attuali tipologie contrattuali previste dal legislatore soddisfano solo in minima parte.
Per questo è importante promuovere una iniziativa presso il Governo ed il Ministero del Lavoro affinché nell’ambito della tipologia del lavoro accessorio vada a contemplare una particolare sezione dedicata proprio al commercio su aree pubbliche che colleghi la tipologia contrattuale (lavoro accessorio) all’attività economica (commercio su aree pubbliche).