L'euro cala tra timori per la ripresa e la situazione Greca
Alcuni analisti criticano la versione anglosassone sul caso ellenico
ROMA - I mercati mondiali tornano a perdere slancio, mentre in un generale contesto di rinnovati timori di debolezza della ripresa economica si rianimano le tensioni sul dissesto delle finanze pubbliche della Grecia. Ieri le agenzia Standard & Poor's e Moody's hanno ribadito che a breve, nell'arco di un mese, potrebbero nuovamente declassare il rating assegnato ai titoli di Stato ellenici.
RIPRESA FRAGILE - In Europa la fiducia di imprese e famiglie ha accusato a febbraio il primo indebolimento da dieci mesi a questa parte, secondo l'indagine della Commissione europea che allo stesso tempo non ha modificato le sue previsioni sull'economia nel 2010: ripresa «fragile», con un più 0,7 per cento del Pil nell'area euro.
In precedenza la cancelliera tedesca Angela Merkel ha avvertito che l'euro sta affrontando le sue prime vere difficoltà da quando è stato lanciato, a causa del deterioramento dei conti di paesi come Grecia, Spagna e Portogallo. «Ne usciremo», ha aggiunto in una intervista al Frankfurter Allgemaine Zeitung, ma al momento la situazione è «rischiosa» e fino a quando i paesi in difficoltà sono avranno risolto i problemi sui conti, rischiano di continuare ad esser bersagliati da manovre speculative.
Manovre che finiscono per pesare su tutta la divisa dell'Unione monetaria. Stamattina l'euro è calato fino a 1,345 dollari, nuovo minimo da nove mesi, nel primo pomeriggio recupera qualcosa a 1,3490 dollari. Oggi sulla questione della Grecia torna per l'ennesima volta il britannico Financial Times, imputandogli le tendenze ribassiste di euro e Borse. Tuttavia i messaggi lanciati ieri dalla Fed americana lasciano presagire prospettive di ripresa fragili anche negli Usa, mentre il deterioramento dei conti pubblici coinvolge anche la Gran Bretagna, paese che non utilizza l'euro, e alcuni analisti iniziano a usare toni molto critici sulla visione 'anglosassone' del caso Grecia.
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