19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Accordo da 2 miliardi

Marchionne da Putin: un'alleanza globale in Russia

Il tutto mentre la settimana in Italia è stata dominata dalla questione degli incentivi si è conclusa con un no del governo

NABEREZHNIE CHELNI - «The big event» dice Sergio Marchionne in inglese a Vladimir Putin, indicando la Fiat Linea nuova di pacca, in bella mostra negli stabilimenti di Naberezhni Chelni, repubblica del Tatarstan, candidati a diventare il secondo polo dell'auto per la Federazione Russa. Per il numero uno del Lingotto, in trasferta nella terra degli orsi dopo l'ultima tappa messicana e prima di un viaggio a Detroit, è stato ieri il giorno della joint venture con Sollers, che trasformerà la partnership tra i due gruppi automobilistici in un'alleanza globale per produrre sino a 500.000 veicoli l'anno entro il 2016. E tra gli altri risultati, dovrebbe fabbricare la jeep promessa da Putin a Silvio Berlusconi, naturalmente in vendita.

Lo scopo è produrre e commercializzare sul mercato locale nove nuovi modelli del segmento B, C e D, nonché Suv. Verranno investiti 2,4 miliardi di euro, quasi interamente sostenuti dal governo russo, attraverso la banca Veb. A parte i 600 milioni già messi da Sollers. Sei modelli saranno prodotti su una nuova piattaforma globale Fiat-Chrysler. «E' una questione di orgoglio perché potevano scegliere chiunque altro, e invece hanno scelto noi, riconoscendo le nostre capacità», afferma Marchionne dopo la firma con il collega a.d. Vadim Shvetsov. L'accordo prevede che la percentuale di componenti prodotti in Russia non sia inferiore al 50% - su questo Putin non sembra voler transigere - e che venga creato un nuovo parco tecnologico. «Faremo tutto il possibile, se c'è terreno fertile per la domanda: la Fiat sa lavorare a un ritmo bestiale», aggiunge il top manager italiano.

Il tutto mentre la settimana in Italia è stata dominata dalla questione degli incentivi si è conclusa con un no del governo. «Sarà un anno duro ma la Fiat è capace di affrontarlo» dice il capo del gruppo italiano, non perdendo la fiducia e riconoscendo che il mercato italiano è «dopato», come ha detto ieri Scajola.

Quello russo invece potrebbe riservare meraviglie. Putin ricorda la «sorpresa» di Berlusconi nel recente incontro a Valdaj, per i risultati di Sollers, nonostante l'ultimo periodo di crisi: «Nel 2009 ha fatto ricavi per 820 milioni di euro», ha detto il premier russo, specificando che l'anno prima, quando la situazione economica globale era decisamente più propizia, la giovane compagnia aveva guadagnato quasi il doppio.
E proprio «l'amico Silvio» sarà l'acquirente della prima jeep prodotta in Russia. Di mezzo c'e una scommessa tra i due premier e un desiderio espresso da Marchionne nel precedente incontro con Putin, a Mosca, lo scorso ottobre.