19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
E ora il caso Prius

Il difetto degli acceleratori costa alla Toyota 1,4 mld di euro

La crescente serie di «smacchi» offusca la notizia del ritorno all'utile del primo gruppo automobilistico mondiale

TOKYO - Resta sotto pressione la giapponese Toyota, che oggi ha ammesso la presenza di nuovi difetti a un altro dei suoi modelli di punta, l'ibrida Prius, dopo gli allarmi emersi ieri. Un altro smacco, che si aggiunge al clamoroso richiamo in fabbrica di ormai oltre 8 milioni di vetture in tutto il mondo, per un problema ai pedali dell'acceleratore e ai tappetini che oggi la società stima provocherà costi supplementari fino a 1,4 miliardi di euro.

Più che abbastanza per offuscare del tutto i segnali positivi giunti sempre stamane dai risultati finanziari, relativi al quarto trimestre in cui il gruppo ha assistito a un ritorno all'utile per 153,2 miliardi di yen, 1,2 miliardi di euro, a fronte di perdite da 164,7 miliardi nello stesso periodo di un anno prima.

In Borsa sono stati pesanti ribassi. Il gruppo - che ha recentemente festeggiato il superamento di General Motors quale primo produttore mondiale di auto - ha quotato parte del capitale a New York. Ieri a Wall Street le azioni Toyota hanno ceduto oltre il 5 pe cento, e oggi a Tokyo sono calate del 3,52 per cento, a 3.280 yen, zavorrando tutto il mercato.

Per una casa che aveva costruito la sua esuberante crescita anche su una prestigiosa reputazione di affidabilità, questa raffica di episodi 'disonorevoli' ha innescato una tempesta mediatica - oggi la questione finisce in prima pagina sul Financial Times - esacerbata ieri dagli allarmi lanciati dalle autorità americane.