Tariffa dei rifiuti solidi urbani: più 4,9% nel 2009
In 5 anni aumento medio del 17,8%. Oltre 933 milioni di euro di iva da restituire ai cittadini
ROMA - Aumenta mediamente del 4,9% (10 euro pro capite) nel 2009 - tasso superiore all’inflazione programmata - la Tassa/Tariffa sui rifiuti solidi urbani, rispetto al 2008. Nel 2009 le famiglie Italiane hanno pagato mediamente 205,62 euro annui (2,57 euro al metro quadro), a fronte dei 195,95 euro del 2008 (2,45 euro al metro quadro). In 5 anni (2005/2009), l’aumento medio è del 17,8% (31 euro pro capite).
E’ quanto emerge dal Rapporto della UIL Servizio Politiche Territoriali che ha analizzato le tariffe per le utenze domestiche dei rifiuti solidi urbani delle 104 Città Capoluogo di Provincia.
La ricerca, spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL, ha preso come campione un nucleo familiare di 4 persone con una casa di 80 mq., un reddito imponibile ai fini IRPEF di 36.000 euro ed un reddito ISEE di 17.812 euro. Gli importi sono comprensivi delle addizionali comunali ex ECA per la TARSU (10%), dell’IVA (10%) per chi applica la tariffa, e del Tributo Provinciale Ambientale (TEFA) che può variare da un minimo dell’1% fino ad un massimo del 5%.
IL RIMBORSO DELL’IVA - A seguito della decisione della Corte Costituzionale che, nello scorso mese di luglio, ha sentenziato che la Tariffa (TIA o TARI) si configura come un tributo (pertanto non si deve applicare l’IVA) i rimborsi per i 5,8 Milioni di contribuenti interessati ammontano ad oltre 933 milioni di euro dal 2000 ad oggi, pari a 161 euro pro capite.
Questi rimborsi riguarderanno i contribuenti che risiedono nei 1.193 Comuni, quasi tutti concentrati nel Centro Nord, che negli anni hanno adottato il regime tariffario, di cui 47 città capoluogo (Roma, Venezia, Firenze, Trento, Bolzano).
DAL 2008 al 2009 - Dal rapporto emerge che, nel 2009 (rispetto al 2008), 44 città hanno aumentato le tariffe della TARSU/TIA (il 42% del campione), con punte del 65,2% a Benevento (127,80 euro pro capite), del 60,3% a Napoli (136,30 euro pro capite), del 56,5% a Reggio Calabria (43,20 euro pro capite), del 50% a Ragusa (63,28 euro pro capite), del 37,2% a Trapani (54,14 euro pro capite). Rimangono, invece, invariate in 58 Città, mentre diminuiscono in 2 Città: a Pordenone (meno 9%); Livorno (meno 2,2%).
DAL 2005 al 2009 - Tra il 2005 ed il 2009 gli aumenti hanno riguardato 82 Città (il 78,8% del totale del campione), con punte del 133% a Palermo (159,10 euro pro capite), del 120,5% a Taranto (151,84 euro pro capite), del 109,3% a Catania (152,46 euro pro capite), del 92,6% a Salerno (158,70 euro pro capite). La tariffa resta invariata in 18 Città, mentre diminuisce in 4: a Verbania (meno 9,2%); a Rovigo (meno 4,9%); a Belluno (meno 2,8%); a Mantova (meno 1,3%).
CITTA’ «CARE» E CITTA’ «ECONOMICHE» - In una ideale classifica emerge, che tra le città più care ci sono Napoli, con un prelievo, di 362,50 euro medi annui (4,53 euro al mq.); Salerno 330,00 euro (4,12 euro al mq,); Siracusa 325,68 euro (4,07 euro al mq.); Livorno 323,85 euro (4,05 euro al mq.); Benevento 323,80 euro (4,05 al mq.); Caserta 314,60 euro (3,93 al mq.); Latina 313,20 euro (3,92 euro al mq); Lucca 295,32 euro (3,69 euro al mq.); Agrigento 293,08 euro (3,67 euro al mq.), Catania 292,00 euro (3,65 euro al mq.).
Per quanto riguarda le città «più economiche», ad Isernia si paga mediamente 78,10 euro ¤ (0,98 euro al mq.); a Matera 100,30 euro (1,26 euro al mq.); a Cremona 111,30 euro (1,39 euro al mq.); a Campobasso 111,40 euro (1,39 euro al mq.); a Vibo Valentia 113,20 euro (1,41 euro al mq.); a Pescara 117,76 euro (1,47 euro al mq.); a Reggio Calabria 119,69 euro (1,49 al mq.); a Pordenone 124,00 euro (1,55 euro al mq.); a Viterbo 127,88 euro (1,60 euro al mq.); a Novara 129,60 euro (1,62 euro al mq.).
LA TASSA SULLA TASSA: IL TRIBUTO ALLE PROVINCE - La stragrande maggioranza delle Province (86 Amministrazioni), applica l’aliquota del Tributo Provinciale Ambientale più alta (5%), mentre a Prato si applica l’1%; a Brescia l’1.5%; a Siracusa il 2%; a Pisa il 2,5%; a Ragusa, Enna, Firenze, Treviso e Taranto il 3%; ad Oristano e Livorno il 3.5%; a Catania, Messina, Agrigento, Avellino, Lucca e Foggia il 4%; ad Arezzo il 4,7%; mentre la Provincia di Latina applica un’ aliquota diversificata dall’1 al 5% a seconda della percentuale di raccolta differenziata attuata dai Comuni.
CONCLUSIONI - I dati sopra esposti dimostrano come, nonostante il blocco delle imposte locali, la pressione fiscale nel nostro Paese aumenti di anno in anno, e, per questo tributo, a pagare sono tutte le famiglie, in quanto tale imposta grava sia sui proprietari che sugli affittuari degli immobili. Aumenti che non sempre si accompagnano ad una migliore qualità del servizio come nel caso di Palermo.
Non possiamo esimerci dal sottolineare come gli aumenti non abbiano un colore politico. Anzi tutti uniti, in modo bipartisan, nell’aumentare le tasse, tutti «d’amore e d’accordo» nel dire «no» al taglio delle loro poltrone (come nel caso dell’ultima Finanziaria), tutti concordi a rimpinguare le casse degli Enti Locali con la «tassa blu» sui parcheggi a pagamento (senza che si organizzi un trasporto urbano degno di questo nome) e tutti distratti, facendo orecchie da mercante, quando si tratta di restituire ai cittadini contribuenti quanto versato, ma non dovuto..
Se a questo si aggiunge che, in molte Regioni quest’anno aumenteranno le aliquote delle Addizionali Regionali IRPEF, e/o i ticket per effetto dei meccanismi previsti dal Patto per la Salute, sorge spontanea una domanda: la politica è cosciente che ormai le buste paga, già magre di per se stesse, perderanno ulteriormente il loro potere di acquisto?
Di tutto questo si dovrà tenere conto nell’annunciata riforma fiscale a partire dall’armonizzazione dei 21 regimi fiscali regionali diversificati, degli 8.103 regimi fiscali comunali, dei 104 o 110 (non sappiamo più quante siano le Province) regimi fiscali provinciali. A proposito: che fine ha fatto la abolizione delle Province?
La riforma del fisco, di cui tanto si parla in questi giorni, deve partire da un punto ben preciso anche a livello locale: meno tasse sui salari e sulle pensioni. Tutto il resto sono chiacchiere.
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