29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Eviterà code

Graduatorie scuola, la Lega vuole la residenza nella regione

Pittoni: «Assurdo che il Tar decida le sorti dell'istruzione pubblica. Già pronto ddl»

ROMA - Raggruppare gli aspiranti docenti all'interno di albi regionali dove per accedere risulti indispensabile presentare il certificato di residenza: è questa la risposta della Lega Nord, sottoscritta da tutti i suoi parlamentari e resa pubblica oggi attraverso il quotidiano La Padania dal sen. Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio in commissione permanente (istruzione pubblica, beni culturali), alla sentenza emessa lo scorso ottobre dal Tar del Lazio che ha obbligato il Miur ad inserire i supplenti che si erano spostati di provincia con la modalità a 'pettine' anziché in coda (come indicato da viale Trastevere).

Secondo il capogruppo della Lega attraverso questa sentenza, su cui il ministero ha fatto ricorso, i giudici avrebbero «combinato il pasticcio. Assurdo - ha sottolineato Pittoni - che sia il tribunale a decidere la politica scolastica».

Dopo che il ministro Gelmini ha «aggirato» l'esito della sentenza del Tar, inserendo nel decreto salva-precari di fine anno (superiore alla sentenza) un emendamento ad hoc che manterrà le posizioni in 'coda' fino al 2011, ora arriva il ddl del Carroccio: che prevede l'attivazione di graduatorie regionali per gli insegnanti e un albo, sempre regionale, dove chi si iscrive, anche se nato altrove, debba dimostrare di risiedere nella regione dove si vuole insegnare.

La proposta della Lega ricalcherebbe il programma della provincia autonoma di Trento, dove, con la finanziaria provinciale 2010, si è attribuito un punteggio aggiuntivo di 40 punti per ogni triennio di servizio prestato continuativamente in ogni ordine di scuola della provincia fino ad un massimo di 160 punti.

E se la proposta diventasse legge produrrebbe, in pratica, la cancellazione della possibilità per i tanti laureati del sud che da decenni si inseriscono nelle graduatorie d'insegnamento del settentrione, in certi casi prive addirittura di aspiranti, dove si hanno possibilità molto concrete di ricevere una chiamata di supplenza.

Il disegno di legge dovrebbe trovare il sicuro consenso da parte di alcune regioni del nord, a partire da Lombardia e Veneto, da tempo favorevoli a graduatorie locali, oltre che di alcuni sindacati, come la Uil Scuola e la Gilda degli insegnanti, che nei mesi scorsi si sono detti contrari ad un'eventuale soppressione delle 'code' perché introdurrebbe un pericoloso precedente di cambio in corsa delle regole.