FIAT: Termini chiude nel 2011, a Pomigliano la Panda
L'azienda è disponibile a discutere una «proposta di riconversione» per lo stabilimento siciliano. Protestano le tute blu fuori dal Palazzo
ROMA - Stop auto a Termini Imerese da fine 2011, mentre una grande ristrutturazione si prevede per Pomigliano D'Arco. Lo stabilimento Fiat di Termini non produrrà più auto a partire dal 2012 ha confermato l'ad del Lingotto Sergio Marchionne, nell'incontro con governo e sindacati a Palazzo Chigi. «Ci sono - ha detto Marchionne secondo quanto riferiscono fonti presenti all'incontro - condizioni di svantaggio competitivo, difficoltà strutturali ed un delta del costo eccessivo». La Fiat è disponibile a discutere una «proposta di riconversione», sia con la Regione Sicilia che con gruppi privati, non escludendo l'ipotesi di cessione.
Diverso il discorso per Pomigliano d'Arco, un impianto che «così non può reggere». Ma «L'idea che abbiamo in mente è quella di portare a Pomigliano la piattaforma A, quella della futura Panda» ha annunciato Marchionne, evocando «un atto di coraggio, che lasci da parte la pura logica industriale». Per questo «ci vogliono - ha detto - grandi risorse se vogliamo assicurare al sito un futuro serio».
Marchionne ha fatto rilevare a governo e sindacati che «Bisogna conciliare i costi industriali con la responsabilità sociale». L'ad prevede investimenti per gli stabilimenti italiani di 8 miliardi di euro nel prossimo biennio e un livello produttivo fino a 900mila vetture l'anno. «Le previsioni per la domanda di auto nel 2010 sono stabili» ha assicurato. «Abbiamo un piano ambizioso, soprattutto per l'Italia». Difatti indica che undici nuovi modelli arriveranno sul mercato nel biennio 2010-2011, tra cui la nuova Doblò, la nuova Panda e la nuova Ypsilon. «Vogliamo aumentare i livelli di produzione di autovetture in Italia, dalle 650mila di oggi ad un ranger compreso fra 800mila e un milione di unità entro tre anni, con un target di 900mila vetture l'anno».
L'ad del Lingotto ha sottolineato che «l'operazione con Chrysler è un tassello fondamentale per il futuro di Fiat». Fuori dalla sede del governo, alcune centinaia di operai Fiat sono assiepati davanti palazzo Chigi. Al grido di 'Vergogna' in precedenza chiedevano di incontrare l'amministratore delegato del Lingotto: «Il posto di lavoro non si tocca. Siamo solo venuti a conoscere Marchionne».