Domani il piano di Marchionne per l'auto
Sindacati: «Mantenere gli stabilimenti del sud, compreso Termini Imerese e garantire tutti i posti di lavoro»
ROMA - Mantenere gli stabilimenti del sud, compreso Termini Imerese e garantire tutti i posti di lavoro. I sindacati si presenteranno con queste due richieste domani a Palazzo Chigi nell'incontro dove l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne presenterà il piano industriale.
BONANNI - Due richieste inderogabili - fanno sapere i rappresentanti dei lavoratori - dalle quali non si prescinde. «Se Fiat da' garanzie di mantenimento dei posti di lavoro su basi fondate ed equilibrate - chiarisce il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni -, noi saremo d'accordo a che lo Stato dia soldi. Diversamente se l'azienda intende attenersi soltanto a criteri di mercato, benissimo, ma lo faccia con soldi suoi».
EPIFANI - Netto il punto di vista del leader della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo cui «non si devono chiudere gli stabilimenti del Sud. Termini Imerese, tra lavoratori diretti e l'indotto, impiega 3.000 persone e se dovesse chiudere queste persone non avranno alcuna prospettiva».
ANGELETTI - Sulla stessa linea il numero uno della Uil, Luigi Angeletti per il quale «noi compriamo auto in misura tre volte superiore a quante ne produciamo, e siamo l'unico Paese occidentale dove questo avviene. Allora questo è il problema. In Italia non c'è eccesso di capacità produttiva come si legge in tutti i giornali e come dicono tutti gli osservatori al mondo, secondo i quali nel mondo si producono troppe auto, ci sono troppe fabbriche e operai e bisogna ridurli. Questo è vero dappertutto, escluso che in Italia».
POLVERINI - Per la leader dell'Ugl, Renata Polverini, invece, su Fiat «occorre fare una battaglia» perché il Lingotto deve restituire al Paese «quanto dal Paese ha ricevuto in tutti questi anni».
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