Olio, il 65% degli italiani più garantiti da marchio agricoltori
Coldiretti: «Soddisfazione per l'arrivo sul mercato dell'olio extravergine di oliva 100% qualità italiana, su iniziativa dell'Unaprol»
ROMA - Quasi due italiani su tre (65%) si sentono più garantiti sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari da un marchio degli agricoltori italiani rispetto ad uno industriale (13%) o della distribuzione commerciale (8%). E' quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, in riferimento ai risultati dell'indagine Coldiretti/Swg, nell'esprimere soddisfazione per l'arrivo sul mercato dell'olio extravergine di oliva 100% qualità italiana, su iniziativa dell'Unaprol.
Si tratta del risultato della prima filiera olivicola tutta italiana - sottolinea Coldiretti - firmata dagli stessi imprenditori che sarà disponibile attraverso la più estesa rete commerciale nazionale gestita dagli agricoltori che coinvolge i mercati di campagna amica, i punti di vendita delle cooperative, i consorzi agrari, gli agriturismi ma interesserà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione commerciale che intenderà partecipare al progetto della Coldiretti».
«PATRIMONIO DA DIFENDERE» - La credibilità conquistata dagli agricoltori italiani è «un patrimonio da difendere», dice Marini, nei confronti del commercio di troppo olio solo incartato di italianità di cui «non si capisce da viene e di cosa è fatto ma che sta mettendo a rischio l'intero Made in Italy».
L'olio 100% qualità italiana rappresenta un «concreto tassello per accelerare il nostro progetto per una filiera agricola tutta italiana per arrivare ad offrire ai cittadini nei diversi settori prodotti al cento per cento italiani direttamente dagli agricoltori».
AGROPIRATERIA - «Una legittima reazione - conclude il presidente Coldiretti - a quelli che rappresentano i due furti ai quali è sottoposta giornalmente la nostra agricoltura che subisce da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come Italiano, e dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli a causa di uno strapotere contrattuale da parte dei nuovi forti della filiera agroalimentare».