26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Nel commercio, turismo e servizi privati

Dal 2007 a oggi hanno chiuso 163 mila aziende

Persi oltre 200 mila posti di lavoro e un gettito di oltre un miliardo di euro

ROMA - «163 mila aziende in meno in meno di tre anni: è il saldo negativo del mondo delle imprese del terziario privato, compresi i settori del commercio e del turismo, che ha portato con se una perdita di oltre 200 mila posti di lavoro ed un mancato
gettito diretto per la casse dello Stato di oltre un miliardo di euro. Lo evidenzia una nota dell’ufficio economico di Confesercenti, che ribadisce il rischio di una ulteriore contrazione di imprese ed occupati senza immediati interventi di sostegno al reddito delle famiglie e delle piccole imprese.

La nota dell’Ufficio economico di Confesercenti evidenzia che «l’evoluzione negli ultimi tre anni delle aperture e cessazioni nei settori del commercio, del turismo e dei servizi (privati) testimonia più di altri indicatori i profondi effetti della prolungata stagnazione prima e della recessione poi sul diffuso tessuto di piccole e medie imprese del terziario nel nostro Paese. Il periodo considerato va dalla fine del 2006 al settembre 2009».
«Sommando le cessazioni intervenute nei due anni e nove mesi considerati, nel terziario privato (commercio, turismo, trasporti, comunicazioni, credito, servizi alle imprese) le imprese che hanno chiuso sono state complessivamente 577.198. Nello stesso periodo le nuove attività avviate sono state 413.756. Il saldo che ne risulta è negativo e pari a 163.442 imprese in meno.

Poiché il totale delle imprese attive nel terziario è pari a 2.533.569, oggi rispetto a inizio 2007 è venuto meno il 6% delle aziende dei settori sopra ricordati.
In termini percentuale non ci sono differenze macroscopiche tra quanto avvenuto nei diversi comparti del terziario, nel senso che la riduzione dello stock di imprese ha riguardato tanto settori più tradizionali come il commercio, che – anche se con minore intensità - settori più innovativi come quelli dei servizi alle imprese.

In particolare, nel commercio le cancellazioni sono state 331.591, le nuove iscrizioni 235.722, con un saldo meno di 95.869 imprese; di cui 55.145 (57%) nel solo commercio al dettaglio (con esclusione del ramo auto). In percentuale - sullo stock di imprese commerciali attive (circa un milione quattrocento trentamila) - la contrazione è del 6,7%. In altre parole, la crisi ha fino ad ora ridotto di quasi il 7% il numero di imprese attive solo due anni fa.

Nel settore turistico le cancellazioni tra inizio 2007 e settembre 2009 sono state 60.978. Poiché le nuove imprese sono state solo 43.373, il numero di imprese si è ridotto di 17.605, pari ad un calo del 6.5% sul totale delle imprese attive nel turismo (circa duecentosettantamila).

Nei servizi privati, dove operano circa un milione e centomila imprese, le cancellazioni nel 2007-2009 (184.629) hanno superato le nuove iscrizioni (134.661) di circa 50 mila unità. In poco meno di tra anni anche nel terziario innovativo c’è stata una contrazione del 4.5% del numero di imprese attive».