18 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Reazioni. Si apre oggi a Roma il vertice FAO

Cala del 30% il prezzo riso nei campi mentre sale del 6% al consumo

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat, in occasione del Vertice mondiale per la sicurezza alimentare della Fao

ROMA - Il fatto che il cereale più coltivato nel mondo quale è il riso, nonostante un crollo delle quotazioni alla produzione del 30 per cento, sia stato il cibo che ha fatto registrare con la crescita del 6 per cento il più alto aumento al consumo, è la conferma delle pesanti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che hanno la maggiore responsabilità della fame e della povertà nei paesi ricchi ed in quelli meno sviluppati. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat, in occasione del Vertice mondiale per la sicurezza alimentare della Fao durante il quale il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon ha dichiarato che «Oggi più di 17mila bambini moriranno di fame. Uno ogni cinque secondi. Sei milioni all'anno. Questo non è più accettabile. Dobbiamo agire».

Nonostante il forte calo dei prezzi alla produzione agricola che sono al minimo da venti anni, per le principali materie prime come latte e cereali, rimangono alti - denuncia la Coldiretti - i prezzi al consumo nei paesi ricchi ed in quelli poveri. Se nei primi le distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola rallentano la ripresa economica e mettono a rischio il futuro delle imprese agricole, nei secondi rendono ancora più difficile la sopravvivenza dell’oltre il miliardo di affamati, soprattutto tra i bambini. Lo dimostra il fatto che l'andamento dei prezzi al consumo in 58 Paesi in via di sviluppo ha evidenziato che nell'80 per cento dei casi i prezzi sono più alti dello scorso anno.

L'emergenza alimentare - sostiene la Coldiretti - non si risolve con i prezzi bassi all'origine per i produttori perché questi non consentono all'agricoltura di sopravvivere e, con la chiusura delle imprese, destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive. Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e - precisa Coldiretti - occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero.

Alle agricolture di tutto il mondo - conclude Coldiretti - devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose e garantire trasparenza e informazione ai consumatori per valorizzare le realtà locali.

Stop alle speculazioni sul cibo, difesa della qualità e della sicurezza alimentare, tutela dell'ambiente e lotta alla fame mondiale sono alcuni degli impegni richiesti alle istituzioni dagli agricoltori degli otto Paesi del G8 nel documento elaborato G8 Farmers Union Meeting organizzato dalla Coldiretti a Roma.