27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Impresa. Toscana

Sono ben 1.800 le «nuove» imprese lucchesi

Il commento del presidente della Camera di Commercio Guerrieri: «C’è voglia di uscire dalla crisi»

LUCCA - Anche in periodi di crisi, l’imprenditoria lucchese dimostra la sua tradizionale dinamicità. A confermarlo sono i dati sul «movimento imprese» diffusi dall’ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio, che indicano, per il primo semestre 2009, un saldo positivo tra nuove iscrizioni e cessazioni.

Come spiega infatti il presidente della Camera di Commercio,  Claudio Guerrieri, nel periodo gennaio-giugno, a fronte di 1.780 imprese che hanno cessato l’attività, ve ne sono ben 1.803 che l’hanno avviata. «Un segnale, questo – afferma - di fiducia e di voglia di uscire dalla crisi, che si accompagna, con ogni probabilità, ad una maggiore difficoltà, anche da parte dei più giovani, nel trovare, di questi tempi, un’occupazione dipendente».

Delle 1.803 imprese che nei primi sei mesi dell’anno si sono iscritte alla Camera di Commercio, ben 512 sono quelle che non hanno ancora dichiarato il settore di attività, per cui risultano «non classificate» e, quindi, non  riconducibili ad una specifica categoria. Dando però per scontata una ripartizione settoriale proporzionalmente omogenea, a manifestare i maggiori problemi sono sicuramente le imprese agricole, che registrano 155 cessazioni contro 102 nuove iscrizioni, determinando, così, un saldo negativo di 53 imprese. Simile l’andamento del comparto manifatturiero, che rileva 78 imprese in  meno, con punte particolarmente negative nei settori alimentare, tessile ed abbigliamento, gomma e plastica, nautica, carta, marmo e soprattutto cuoio e calzature (-22). Risulta positivo invece il saldo del settore «fabbricazione apparecchi medicali e strumenti ottici» mentre la movimentazione del settore metalmeccanico registra una sostanziale stabilità. La stessa che si rileva nelle costruzioni (452 cessazioni e 388 iscrizioni) e nel commercio (405 cessazioni, 316 iscrizioni), considerando, ovviamente, che molte delle 512 imprese al momento «non classificate» sono comunque ascrivibili a questi settori.

«È interessante osservare – sottolinea il presidente della Camera di Commercio – come il sistema produttivo lucchese, nonostante le difficoltà, riporti nel primo semestre 2009 un saldo positivo di 23 unità, mentre nello stesso periodo del 2008 faceva registrare 2.037 iscrizioni a fronte di 2.248 cessazioni, con un saldo negativo di 211 unità che, a fine anno, aumentava a 313 unità».

La struttura imprenditoriale della provincia al 30 giugno 2009 comprende 39.645 imprese attive con un tasso di crescita nel secondo trimestre 2009 dello 0,66%, in linea con quello della Regione (0,68%, ma decisamente superiore a quello dell’Italia (0,46%).

IN LIEVE AUMENTO IL NUMERO DI FALLIMENTI - Alla vivacità del sistema imprenditoriale lucchese corrisponde un leggero incremento dei fallimenti dichiarati in provincia nel primo semestre 2009: cinquanta, contro i 45 rilevati nello stesso periodo del 2008.
Entrando nel dettaglio dei vari settori dell’economia, si riscontra, come di consueto, una forte concentrazione di fallimenti nel commercio, nei trasporti, nell’edilizia e nelle calzature. In particolare, nel comparto del commercio si registrano ben 8 fallimenti nell’ingrosso e 5 nel dettaglio; 7, invece, i fallimenti nel comparto dei trasporti e 9 nell’edilizia.
Nel comparto manifatturiero emerge come sempre l’alto numero di fallimenti (6) nel comparto del cuoio e delle calzature, quasi totalmente concentrati nel comune di Capannori. Restando nell’ambito della ripartizione territoriale dei fallimenti, si nota come quelli del commercio interessino soprattutto i comuni di Capannori, Lucca e Viareggio. Il Comune di Lucca, 6 fallimenti: costruzioni, commercio e trasporti. Viareggio, 11: costruzioni, commercio e imprese immobiliari. Capannori, 14, in particolare nelle calzature e nel commercio all’ingrosso.