30 luglio 2025
Aggiornato 19:00
La Fao e l’Aie lanciano un grido d’allarme

Roma e Copenhagen, due appuntamenti con fame ed energia

E’in ballo il futuro delle giovani generazioni

Nei giorni scorsi Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, ha firmato un editoriale che riproponeva il titolo di un film «I bambini ci guardano» diretto da Vittorio De Sica nel 1943.
Mai titolo di editoriale fu più tempestivo, mai argomento nel quale specchiarsi fu più appropriato.
La pellicola di De Sica raccontava infatti di passioni da soddisfare a tutti i costi, di odi inconciliabili, di doveri disattesi.
Una fotografia che sembra scattata oggi e non nel 1943. Con l’aggravante che oggi, sebbene non ci sia una guerra civile da sanare, non ci siano danni morali e materiali di una guerra da riparare, si vive ugualmente in una condizione di conflitto permanente, incurante dei fossi che scava, indifferente allo sguardo lucido, ma impotente, dei bambini.

Non è da oggi che l’Italia vive come se il futuro non esistesse. Si può dire che l’origine di questa atemporalità della politica risale al crepuscolo della Prima Repubblica, quando il triangolo Dc-Psi- Pci, per mantenere un potere che la storia stava sgretolando alla radice, ha usato la spesa pubblica, utilizzata a vario titolo, per conservare il consenso, consegnando alle generazioni avvenire un debito inestinguibile, i cui soli interessi strozzeranno tutte le nostre ambizioni ancora per decenni.
E’da allora che la politica in Italia ha smesso di assumersi responsabilità nei confronti dei propri figli.
Purtroppo è passato qualche decennio e quella cecità nei confronti del futuro che sembrava una anomalia italica, inaspettatamente ha finito per infettare il mondo intero.
Gli esempi di questo egoismo planetario, che da noi si è manifestato in passato con la dilatazione della spesa pubblica e recentemente con l’odio politico, sono sotto gli occhi di tutti e sotto ogni latitudine.
Vanno dalla voracità autodistruttiva del sistema finanziario, all’uso sconsiderato delle risorse, all’erosione sistematica dell’ambiente.

Summit FAO - Lunedì prossimo, a Roma, le nazioni che si incontreranno per il summit mondiale sulla sicurezza alimentare promosso dalla Fao dovranno mettere il timbro dell’ufficialità su un dato sconvolgente: gli effetti della crisi finanziaria nei Paesi poveri hanno provocato 115 milioni di affamati in più.
Sappiamo già come andrà a finire. Ci sarà una parata di capi di Stato e di governo. I telegiornali manderanno in onda le immagini drammatiche dei bambini africani, intenerendo per qualche minuto il cuore dei telespettatori. I giornali si soffermeranno per qualche giorno sui Grandi della Terra alle prese con la fame. E i Grandi della Terra non deluderanno le attese dei media, dispensando promesse e progetti come fanno da anni in queste circostanze. Poi le luci sul summit di Roma si spegneranno e tutto resterà come e peggio di prima.

Conferenza sul clima a Copenhagen - Manca un mese ad un altro importantissimo appuntamento con il pianeta, la conferenza mondiale sul clima che si terrà a Copenhagen. Anche le cifre sulle quali si dovrà discutere in questa sede sono da paura: ogni hanno di ritardo nell’applicazione del protocollo di Kyoto per arginare le emissioni di anidride carbonica costerà al mondo 500 miliardi di dollari, che si aggiungeranno ai 10mila500 miliardi di dollari da impiegare fra il 2010 e il 2030 per fronteggiare il rischio del surriscaldamento globale.

Questo è l’allarme da ultima spiaggia lanciato in questi giorni dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, ma con quali altre realtà deve e dovrà confrontarsi?
Prendiamo una notizia delle ultime ore: il sistema globale ha esultato oggi di fronte al recupero della Cina che a novembre ha fatto registrare un aumento di oltre il 16 per cento della produzione industriale.
Il compiacimento è giustificato poiché non c’è Paese che non speri di rimpinguare i propri bilanci facendo affari con i cinesi. Ma si può ignorare l’altra faccia di Super Cina? A Pechino si inaugura una nuova centrale a carbone al giorno. Con tanti saluti per l’emissione di anidride carbonica.

I bambini ci guardano in Italia e nel mondo. E prima o poi finiranno per accorgersi che sono capitati in un mondo di sordi.