Servizi Pubblici Locali: per la UIL serve una riflessione attenta
L'utilizzo del Decreto Legge sugli obblighi comunitari, è opinabile nel metodo e criticabile nel merito
ROMA - La scelta del Governo di procedere ad una riforma decisiva, come quella dei Servizi Pubblici Locali, attraverso un Decreto Legge sugli obblighi comunitari, è opinabile nel metodo e criticabile nel merito.
Nel metodo, perché ciò significa che una riforma su un tema così delicato e variegato diverrà immediatamente operativa evitando, in questo modo, sia un percorso parlamentare più approfondito e condiviso sia il confronto con le parti sociali.
La UIL, nel merito dei contenuti, sottolinea veri e propri punti deboli e non condivisibili: incerta definizione di quali siano i servizi di interesse a rilevanza economica non permettendo, di conseguenza, l’individuazione di quali settori saranno coinvolti in un processo di reale liberalizzazione.
In particolare, sorprende che non sia stato posto alcun vincolo al mantenimento della base occupazionale e all’applicazione dei contratti di lavoro del settore di riferimento.
Le clausole sociali sono elemento fondamentale nell’assicurare un reale processo di buona liberalizzazione.
In un settore che occupa centinaia di migliaia di operatori, la questione»qualità del lavoro» non può essere un optional ma dovrebbe essere considerato un «valore».
Il Governo e la Camera dei Deputati possono e debbono porre rimedio a questo errore.
La UIL è favorevole ad una revisione del funzionamento dei Servizi Pubblici Locali ed alla loro liberalizzazione, ma sarebbe saggio che il Governo, invece di cercare scorciatoie, aprisse immediatamente un tavolo di confronto con le parti sociali, perché i Servizi Pubblici Locali, oltre a centinaia di migliaia di lavoratori addetti, interessano milioni di cittadini che, con il pagamento delle tariffe e le tasse, spesso altissime, contribuiscono al funzionamento degli stessi.
- 11/11/2009 Riforma servizi pubblici locali: fermiamoci