29 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Servizio politiche territoriali della UIL

Riforma servizi pubblici locali: fermiamoci

Lettera aperta ai Deputati della commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati

ROMA - Con una lettera, a firma del Segretario Confederale UIL Guglielmo Loy, ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, in concomitanza con il dibattito sulla riforma dei servizi pubblici locali e con la scadenza del termine fissato in data odierna per gli emendamenti, la UIL auspica una pausa di riflessione su una materia strategica che interessa la vita quotidiana di milioni di cittadini.

La UIL, si legge nella lettera, è favorevole ad una revisione del funzionamento dei Servizi Pubblici Locali ed alla loro liberalizzazione, poiché nel corso degli ultimi decenni questo settore è stato governato più da sentenze delle varie Corti di Giustizia che da una vera «governance politica» che mirasse all’efficienza ed efficacia dei servizi pubblici locali.

Questo processo di riforma, tuttavia, deve necessariamente viaggiare in parallelo con altri provvedimenti di legislazione ordinaria, quali l’attuazione del Federalismo Fiscale ed il Codice delle Autonomie, in quanto è l’occasione per semplificare, razionalizzare e definire ruoli e funzioni dell’intero ordinamento delle Autonomie Locali, oltrechè oggetto di confronto con le parti sociali, perché corre il rischio di fare riforme discusse soltanto dal «palazzo e nel palazzo».

Per questo  la scelta di procedere ad una riforma decisiva, come quella dei Servizi Pubblici Locali, attraverso un Decreto Legge sugli obblighi comunitari, è opinabile nel metodo e criticabile nel merito.

Alla base di qualunque riforma sui servizi pubblici locali, per la UIL è «conditio sine qua non», l’elencazione in maniera chiara e netta di quali siano i «servizi pubblici locali di rilevanza economica» oggetto della Riforma.

Occorre, pertanto, distinguere in maniera inequivocabile, i servizi pubblici a rilevanza economica aventi caratteristiche «industriali» da quelli più propriamente di carattere «sociale».

Per la UIL la «gara» può diventare la regola per i servizi pubblici locali a rilevanza economica aventi unicamente natura «industriale».

Inoltre, per la stessa natura dei servizi pubblici locali, condizionata da «monopoli naturali o territoriali», riteniamo che difficilmente si possa parlare di «liberalizzazione» e «concorrenza» del settore, bensì di «privatizzazione» del servizio.

Per questo va prestata molta attenzione al tema dell’efficienza e dell’efficacia, che deve coniugare tre elementi: costo, qualità e benefici. Questo perché è solo a partire dall’efficienza ed efficacia del servizio, che si possono risolvere i problemi legati alla qualità del servizio ed al costo delle tariffe. Se non si risolve il primo problema, anche il tema dell’alto costo delle tariffe non trova soluzioni.

Tutto questo non è menzionato nel provvedimento legislativo, così come non è menzionata la non meno rilevante questione dell’assenza di clausole sociali. 

Sorprende, da questo punto di vista, che non sia stato posto alcun vincolo al mantenimento della base occupazionale e all’applicazione dei contratti di lavoro del settore di riferimento, in un comparto come quello dei servizi che occupa centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, nel momento in cui, peraltro, la crisi occupazionale incombe.

Non convince, inoltre, la proposta di separare la gestione delle reti dalla gestione del servizio, che riguarda soprattutto il ciclo integrato idrico e dei rifiuti, poichè si correrebbe il rischio di far venir meno l’efficienza del servizio, oltrechè scoraggiare gli investimenti degli impianti.

E’ troppo stringente, poi, il temine fissato per le scadenze dell’alienazione delle quote pubbliche delle Società quotate in borsa, per mantenere l’affidamento diretto dei servizi.

Il problema non sta tanto nella percentuale di quota di partecipazione pubblica quanto, semmai, nel dimensionamento di queste imprese che dovrebbero, invece, essere competitive sul mercato, favorendo la loro crescita attraverso l’aggregazione e le fusioni.

Andrebbe stralciata la parte del settore del trasporto pubblico  in quanto, sia quello regionale che locale su gomma e su ferrovia, è disciplinato dal Regolamento Comunitario che entrerà in vigore il prossimo  9 dicembre.

Fondamentale importanza riveste la «Carta dei Servizi», che va collegata strettamente al contratto per l’affidamento del servizio stesso, con il coinvolgimento delle parti economiche e sociali e delle associazioni dei consumatori.

Così come occorre rivedere i compiti di regolazione dei servizi, separando nettamente il ruolo di «chi indice la gara» da quello di «chi ha il compito di controllare». Uno strumento può essere individuato nella creazione di Authority sui servizi pubblici locali aventi caratteristiche di terzietà.

Per la Uil sono queste le considerazioni per cui è necessario lo stralcio dell’articolo 15  (servizi pubblici locali) dal Decreto sugli obblighi comunitari. Comprensibili e condivisibili, quindi, le motivazioni che hanno portato le Categorie dell’Igiene Urbana di CGIL, CISL ed UIL a dichiarare una giornata di mobilitazione nazionale per il 18 novembre prossimo.