23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Roncarati: «Imprenditori coraggiosi, il momento della verità a fine anno»

Imprese: a Ferrara +0,22 % il bilancio all’anagrafe nel III trimestre

Invariata la dinamica rispetto al 2008: +85 imprese fra luglio e settembre

FERRARA - Calma apparente all’anagrafe delle imprese ferraresi nel terzo trimestre del 2009. Il bilancio demografico dei mesi estivi fra le imprese nate tra luglio e settembre (488) e quelle che contemporaneamente hanno dichiarato la cessazione delle attività (403), si chiude con un saldo attivo pari a 85 unità, al netto delle cancellazioni d’ufficio, cioè di poco inferiore al risultato dello scorso anno. Il sistema provinciale delle imprese raggiunge così una dimensione pari a 37.892 imprese registrate. Il tasso di crescita del periodo (+0,22%) è il risultato di un volume di iscrizioni leggermente più alto rispetto allo stesso periodo del 2008 (479 unità), e, parimenti, di un volume più alto di cessazioni. Il risultato positivo si spiega con l’aumento delle società di capitale (che fanno registrare un tasso di crescita tre volte superiore rispetto a quello complessivo); la buona tenuta del settore commerciale e di quello agricolo; la prolungata, anche se moderata, fase espansiva delle attività di servizio alle imprese e la buona tenuta delle società di persone (+0,24%). Questi i risultati principali relativi al III trimestre dell’anno elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara.

«La sintesi che si può dare di questi dati – ha commentato il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Carlo Alberto Roncarati – è che le imprese ferraresi stanno resistendo al prolungarsi della crisi, mettendo in campo tutte le proprie risorse. E’ un segnale di tenuta, certamente importante che conferma la qualità e il coraggio dei nostri imprenditori e richiama tutte le istituzioni a fare la loro parte. Non dobbiamo però nasconderci le grandi difficoltà in cui si trovano tantissime piccole imprese, prima fra tutte quella sul versante del credito che mette a rischio investimenti e posti di lavoro. Il momento della verità – ha aggiunto Roncarati – arriverà alla fine dell’anno, quando in tanti dovranno decidere se ci sono le condizioni per andare avanti o no. Chi si è internazionalizzato sta tenendo meglio e ci sono anche imprese, soprattutto medie, che continuano a crescere. In forte debito di ossigeno ci sono però migliaia di piccoli imprenditori e di artigiani. Per sostenere queste imprese bisogna fare presto, perché il tempo a disposizione è davvero poco. E’ indispensabile agire su tre direttrici prioritarie: sul fronte della liquidità, attuando reali moratorie e cominciando a restituire i crediti che le imprese vantano verso la Pubblica amministrazione; su quello dell’export, promuovendo l’internazionalizzazione; su quello dei consumi supportando tutte quelle strategie che possono contribuire a rilanciare la domanda interna, a partire dalla riduzione delle tasse sul lavoro».

Le forme giuridiche. Nel corso degli ultimi anni il sistema imprenditoriale ferrarese (così come, del resto, quello dell’intero Paese) si è andato progressivamente rimodellando lungo due principali dinamiche di lungo periodo: quella delle società di capitale (fra il 1995 e il 2009 hanno più che raddoppiato la propria consistenza numerica) e quella delle imprese individuali (che restano ancora la maggioranza, anche aiutata dalla componente determinata dalle imprese di immigrati, ma sono destinate ad avvicinarsi sempre più al 50% dello stock). Quanto alle società di persone e alle «Altre forme» (prevalentemente cooperative e consorzi), le prime seguono la via di leggero calo, mentre le seconde sembrano invece seguire una via di crescita analoga a quella delle società di capitale.

I settori di attività. Guardando ai bilanci settoriali del trimestre, solo due settori economici, le attività manifatturiere (-12 unità) e quello della fornitura di energia elettrica e gas (-1 unità) hanno fatto registrare un risultato negativo. In termini assoluti, il bilancio migliore è quello dei servizi al Turismo (+ 28 unità, pari ad una crescita dell’1,18%), dell’Agricoltura (+21 unità) e del Commercio (+18 unità, pari ad una crescita dello 0,23%), dimostrando dunque quest’ultimo comparto una discreta tenuta, pur nelle difficoltà causate dalla riduzione della domanda dei consumatori. A seguire, i risultati migliori vengono dalle Costruzioni (+14 unità), che hanno ripreso un leggero percorso di crescita dopo alcuni trimestri di calo ininterrotto.