Crisi? Italiani soffrono ma si arrangiano
Fotografia dell'Acri in occasione della Giornata mondiale del risparmio. Per l'Istat calano reddito e potere d'acquisto famiglie
ROMA - Gli italiani soffrono per la crisi economica, ma si stanno adattando alle difficoltà e ora guardano al futuro con un nuovo ottimismo «non euforico». È la fotografia scattata da un'indagine realizzata dall'Acri (con l'Ipsos) in occasione della Giornata mondiale del risparmio, in programma domani. Se infatti quasi due persone su tre (il 62%) hanno sperimentato disagi nell'ultimo anno, «il cittadino dimostra una buona capacità di adattamento, riorganizza la propria vita in conseguenza della crisi, relativizza le proprie aspettative».
E l'Istat, dal canto suo, certifica che nel periodo luglio 2008-giugno 2009, è calato il reddito lordo delle famiglie, frenata la propensione al risparmio, in misura minore anche la spesa per consumi finali e scende il potere d'acquisto. Nel secondo trimestre, dunque, la propensione al risparmio subisce una prima battuta d'arresto dopo un lungo periodo di crescita e si attesta al 15,2%: un risultato, superiore allo stesso trimestre del 2008 (quando era al 14,8%), ma inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2009. Nel secondo trimestre 2009, infatti, il reddito lordo disponibile delle famiglie è calato di quasi 11 miliardi, l'1% in meno in valori correnti rispetto al trimestre precedente. Si è ridotta appena dello 0,5%, invece, la spesa delle famiglie per consumi finali.
Sempre nel periodo luglio 2008-giugno 2009, il potere d'acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibili delle famiglie in termini reali) è calato dell'1% rispetto al trimestre precedente (aprile 2008-marzo 2009) e dell'1,2% rispetto al periodo luglio 2007-giugno 2008.
Tornando alla fotografia dell'Acri, l'italiano «modifica e, ove necessario, ridimensiona i propri consumi, risparmia o tenta di farlo anche quando è in difficoltà, pensa che gli sforzi per uscire dalla crisi debbono essere fatti con coesione locale e buon coordinamento a livello internazionale, quindi aumenta la sua fiducia nell'Unione europea». Per questo, «guarda al futuro con un ottimismo nuovo, che non è euforico».
Resta una forte e diffusa preoccupazione per la gravità e la durata della crisi - sottolineano i ricercatori dell'indagine Acri-Ipsos - ma il 54% dei cittadini si dice soddisfatto della propria situazione economica: un dato in aumento rispetto al 2008 (51%) e il più alto dal 2002.
Gli italiani, quindi, «hanno trascorso un periodo lungo e difficile, ma diversi di loro sembrano vedere spiragli di luce e, per la prima volta da alcuni anni a questa parte, gli ottimisti sembrano prevalere sui pessimisti».
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