28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
«Non cambia nulla e si va avanti»

Scuola, Ministero: «Emendamento per superare sentenza Tar»

Ci sarà emendamento a decreto salvaprecari con il consenso di gran parte dei sindacati

ROMA - Non cambia nulla e si va avanti. Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca in merito alla sentenza del Tar precisa che «la notizia riportata questa mattina dagli organi di informazione non costituisce un fatto nuovo ed è la naturale conseguenza di una notizia vecchia. L'ordinanza del Tar che stabilisce l'inserimento a pettine dei precari è la scontata conseguenza del recente rigetto, da parte del Consiglio di Stato, dell'appello già proposto dall'amministrazione».

EMENDAMENTO - Il Miur, «con il consenso di gran parte dei sindacati, ha pronto - spiega ancora il Ministero - un emendamento al Decreto Ministeriale salvaprecari che conferma i provvedimenti del Ministero e che consentirà di rendere inefficace il pronunciamento del Tar e di evitare il commissariamento».

Con l'emendamento che sarà proposto in sede di conversione del decreto ministeriale salva-precari, il Ministero non consentirà il trasferimento da una graduatoria all'altra, garantendo (e limitando) però la possibilità di inserimento in coda in altre 3 province (in posizione subordinata rispetto a coloro che sono già inseriti in queste ultime).

GRADUATORIA PROVINCIALE - In questo modo, «mentre vengono quindi garantite le legittime aspettative di coloro che hanno da tempo scelto una provincia e non devono essere scavalcati dai nuovi inseriti o dai trasferiti dell`ultima ora, con l'inserimento in coda in altre 3 province, vengono ampliate le possibilità di ottenere assunzioni a tempo indeterminato o determinato, soprattutto in quelle province in cui le graduatorie risultano meno affollate. Non è giusto, a giudizio del Miur, deludere l'aspettativa legittima di chi ha scelto una graduatoria provinciale per la sua iscrizione e si vede scavalcato da un trasferimento dell'ultimo momento di un candidato di un'altra provincia».

Il Miur ribadisce dunque la «determinazione a portare avanti le proprie scelte convinto che rispondano a criteri di giustizia, serietà e modernità». Nulla dunque cambierà rispetto a quanto già deciso dal Ministero.