Imprese: a Ferrara la crisi morde ancora
Tra luglio e agosto 25 aziende in meno all’anagrafe
FERRARA - La crisi morde ancora: in rosso, rispetto al bimestre precedente, produzione, fatturato e ordinativi, con una ulteriore accentuazione della dinamica negativa. E a subire maggiormente l’incertezza di questa fase sono anche coloro che vorrebbero avviare un’attività ma che, di fronte alle incognite, preferiscono attendere che «passi la nottata» della crisi. La somma dei due effetti – riduzione delle chiusure e forte frenata nelle aperture rispetto allo stesso bimestre del 2008 – ha così prodotto, tra luglio e agosto, un saldo negativo di 25 unità. Questi alcuni dei dati dell’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio martedì scorso.
«Ancora non si avvertono segnali di stabilizzazione per il terzo trimestre, e questo con particolare riguardo al settore manifatturiero», ha commentato il Presidente Roncarati. «E’ evidente che, sebbene il clima di fiducia delle imprese registri qualche debole schiarita, la ripresa potrà derivare soltanto da un progressivo recupero delle nostre esportazioni. Livelli così bassi della domanda estera infatti, come quelli registrati nel quarto bimestre del 2009, hanno l’effetto di trascinare al ribasso tutti i principali indicatori congiunturali».
Solo le società di capitali hanno realizzato un saldo attivo e, quindi, un tasso di crescita positivo, che, rispetto al 2008, è però diminuito. Per società di persone e ditte individuali, invece, il periodo luglio-agosto 2009 si è chiuso con bilanci in rosso e, conseguentemente, tassi di crescita di segno negativo. In termini relativi, il solo saldo negativo delle imprese individuali basta a spiegare tutta la riduzione dello stock di imprese nel corso del quarto bimestre dell’anno. Un dato, che si riflette pesantemente sull’andamento del comparto artigiano. Proprio per la prevalenza che vi hanno le imprese individuali (rappresentano, infatti, circa il 78% di tutte le imprese artigiane, a fronte del 62% rispetto al totale delle imprese), l’artigianato sembra subire in modo più marcato l’impatto della crisi.
Fatta salva la riduzione «storica» del numero di imprese agricole, gli altri settori risentono in modo assai diverso della crisi in atto. Sebbene più della metà dei settori abbia chiuso il periodo luglio-agosto con il segno meno, tra questi si trovano quelli numericamente più rilevanti. In termini assoluti, il bilancio più negativo si registra nel commercio al dettaglio e nelle attività manifatturiere, con uno scarto, per queste ultime, di 3 punti percentuali rispetto all’area Nord-est.
Sul fronte delle esportazioni si registra, infine, nel corso del secondo trimestre del 2009, una pesante caduta: -40,1% in termini valutari, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una caduta, quella della provincia di Ferrara, ben più accentuata anche rispetto alla media regionale, dove il calo si è attestato sul 26,8%. Si tratta del risultato peggiore tra tutte le province dell’Emilia-Romagna, con un ulteriore indebolimento rispetto al trimestre precedente.
Per quanto riguarda le principali destinazioni dei prodotti ferraresi sullo scacchiere mondiale, si osserva un rallentamento generalizzato negli interscambi con tutte le aree, con l’unica eccezione della Cina (+94,6%): esse però rappresentano poco più del 4% del totale export provinciale.
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