23 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Economia. La «ricetta» Bersani per il Mezzogiorno

Bersani: «Niente tasse per 10 anni a chi investe su lavoro»

«Reciprocità Nord-Sud, facciamo una Maastricht dei costi politica»

ROMA - Niente tasse su tutti gli investimenti per l'occupazione nei prossimi dieci anni. E' la ricetta di Pierluigi Bersani per colmare il divario tra Nord e sud e «costruire» l'unità del Paese. Ma non è l'unica proposta nell'agenda del candidato alla segreteria del Pd: attaccare tutte le intermediazioni amministrative, sbaraccare tutti gli incentivi mediati al sistema economico. Quasi un programma di governo: «Io ritengo - spiega al Corriere della sera - che chi si candida alla guida del più grande partito d'opposizione debba parlare al Paese».

Risposta civica - La formula per evitare lo scontro tra Nord e Sud, per Bersani, è dunque quella di progettare «una reciprocità» tra le due aree, «imprimendo una svolta sociale e liberale alla questione». Da qui l'idea di una «no tax area per nuovi investimenti, a cominciare dal Sud. Stabilita automaticamente, senza intermediazioni. E poi far partire infrastrutture che aggancino l'Italia al Mediterraneo. Premiare i migliori standard di servizio: i soldi li prende chi migliora la vita di pensionati, malati, studenti». Insomma, «programmare una risposta civica, non moralistica».

Costi della politica - Anche per questo, l'ex ministro pensa a «una Maastricht dei costi della politica: stabiliamo la media di quanto costa la politica nei paesi europei e mettiamoci lì. Facciamo una Maastricht della fedeltà fiscale e decidiamo che ogni punto di fedeltà fiscale viene riversato sulle categorie che lo garantiscono, con riduzioni di aliquote o miglioramento del welfare».

Quanto alla situazione di crisi, per Bersani «è inutile edulcorarla: i prossimi mesi saranno drammatici per molti». Serve «un pacchetto anti-crisi vero» e il New Deal dovrà passare per «l'economia verde e una nuova politica di redditi».

E non manca la critica a Berlusconi: «Gli italiani - fa notare Bersani - gli hanno consentito di fare quel che ha voluto, nel pubblico, nel privato e nei rapporti tra pubblico e privato; ma agi italiani che cosa ne è venuto? Più riforme? Meno tasse? Più crescita? Nulla di tutto questo. Se lo si chiede a lui, risponde che ha fermato i comunisti. Una risposta - ironizza - un po' onirica». Insomma, «non si può dire che, nella decina d'anni in cui Berlusconi è stato al governo, l'Italia sia cambiata». E lo stesso vale per la Lega: 'Al netto delle ronde, cosa ha inventato la Lega nelle politiche locali? Solo ideologia».