Cina: faremo ricorso contro apertura industria spettacolo USA
Ieri la decisione che impone aprire mercato libri, canzoni e film
GINEVRA - Pechino ha annunciato ricorso tramite il suo ministero del commercio, il quale nega che la Cina faccia «ostruzionismo», dopo che il World Trade Organization (Wto) ha dato ragione agli Stati Uniti nella sua battaglia commerciale contro il Paese del Dragone, sentenziando che i cinesi hanno violato le leggi internazionali limitando l'importazione di libri, canzoni e film.
Il Wto ieri ha accolto il ricorso americano contro la legge cinese che obbligava le aziende Usa produttrici di musica, film e libri a utilizzare compagnie di distribuzione pubbliche cinesi per accedere al mercato interno di Pechino. Ora la Cina dovrà alleggerire i suoi controlli e aprire maggiormente il suo mercato alle aziende statunitensi di musica e libri.
Fino ad oggi era la Cina Film Corp. a decidere quali film possono essere distribuiti in Cina, spesso differenti dai gusti del pubblico, a giudicare dai dvd pirata in vendita sui marciapiedi di Pechino. E la pirateria - scrive il New York Times - è uno dei grandi problemi: i consumatori cinesi sono così abituati a pagare poco per i dvd, o a scaricare film e canzoni gratis su internet, che i distributori americani già vendono dvd legali a un prezzo più basso in Cina e, ciò nonostante, fanno fatica a trovare acquirenti.
Ciò non si tradurrà subito in maggiori royalties per Hollywood o per la Silicon Valley e serviranno sicuramente delle sanzioni affinchè la misura sia applicata sul più grande mercato mondiale.
La Cina intende comunque conservare un diritto particolare sul contenuto dei video e su chi li importa. Il rappresentante americano al commercio Ron Kirk ha elogiato la decisione dell'organizzazione per il commercio mondiale: «Promette di spianare il campo per le aziende americane che lavorano per distribuire i prodotti dell'industria dello spettacolo in Cina», affinchè i prodotti legalizzati «possano arrivare sul mercato e sconfiggere la pirateria».
Il verdetto potrebbe costituire un precedente anche per altri settori industriali, quali per esempio quello automobilistico, che lamenta vincoli simili per la distribuzione dei propri prodotti in Cina. Si tratta della prima vittoria legale dell'Amministrazione Obama e arriva nel momento in cui aumentano le pressioni perché la Casa Bianca assuma un atteggiamento più deciso sugli accordi commerciali con la Cina. Molti Democratici in seno al Congresso ritengono infatti che proprio gli accordi esistenti con Pechino siano responsabili dell'aumento del deficit della bilancia commerciale statunitense e della perdita di numerosi posti di lavoro nei settori industriale e manufatturiero.
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