12 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
Lattiero italiano

Latte: bene etichettatura, ma non risoluzione problemi settore

Adiconsum: «Urgono provvedimenti strutturali per ridurre gli alti costi di produzione»

ROMA - La novità di maggior rilievo contenuta nello schema di decreto presentato oggi dal ministro Zaia è senza dubbio l’introduzione dell’obbligo dell’indicazione d’origine per il latte e per i formaggi, che – nell’intenzione del ministro – non punta a limitare la concorrenza, bensì a renderla più trasparente, garantendo ai consumatori la possibilità di scegliere tra prodotto a base di latte italiano e prodotto importato.

Se però, da un punto di vista strettamente consumeristico, non possiamo che accogliere favorevolmente l’introduzione in etichetta di un nuovo elemento di valutazione per il consumatore – che vede così nuovamente confermato il suo diritto ad operare scelte consapevoli –, d’altro canto non può sfuggirci, vista la cultura alimentare «campanilista» degli Italiani, che l’iniziativa favorirà i produttori lattieri del nostro paese.

Nell’attuale situazione di crisi di tutto il settore lattiero i produttori italiani, infatti, sono costretti a vendere il proprio latte a prezzi spesso inferiori ai costi di produzione (0,20-0,25 ¤/l), mentre dall’Europa dell’Est continuano ad arrivare forniture a prezzi nettamente concorrenziali (0,16-0,18 ¤/l). L’obbligo di indicare sull’etichetta di un formaggio la provenienza del latte con cui è stato preparato renderà meno appetibile il prodotto di importazione rispetto a quello nazionale, spingendo così i caseifici ad approvvigionarsi in Italia.

Il provvedimento che ora dovrà essere notificato alla Commissione Europea, ai sensi della direttiva 98/34/Ce, per le valutazioni di competenza, quasi sicuramente otterrà una bocciatura. La discussione che ne seguirà alla lunga potrebbe anche portare ad una modifica delle posizioni di Bruxelles e, perché no, fra qualche anno lo stesso obbligo di indicazione dell’origine potrebbe essere oggetto di un regolamento Ue , come è successo di recente per l’olio d’oliva.

Tuttavia, allo stato attuale, Adiconsum ritiene che la crisi del nostro settore lattiero potrebbe essere meglio affrontata adottando provvedimenti strutturali atti a ridurre gli altissimi costi delle produzioni italiane, recuperando competitività e quote di mercato senza attirarsi gli strali delle istituzioni Ue.