Italia-Cina: lunedì al via la shopping mission cinese in Italia
Per riequilibrare il passivo della bilancia commerciale
ROMA - Il presidente della Repubblica popolare cinese Hu Jintao sarà da domenica 5 luglio in Italia per una 'shopping mission' tanto più importante in quanto si accoppia alla visita di Stato e al G8 dell'Aquila. Dopo la missione a Pechino del viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, in giugno, Hu arriva a Roma accompagnato dal ministro per il commercio estero Cheng Deming, dal viceministro al Commercio estero Gao Huceng e da una delegazione di oltre 200 imprenditori cinesi.
Per attrarre gli investimenti cinesi è stato costituito nei mesi scorsi dal ministero dello Sviluppo economico un gruppo di esperti - formato da rappresentanti di Confindustria, Ice e Simest ma anche di Mediobanca, Unicredit, Bnl e il fondo cinese Mandarin. Questo gruppo di lavoro ha elaborato una lista di oltre 300 imprese interessate ad avviare o ampliare le vendite di propri prodotti sul mercato cinese: di queste la metà appartengono al settore dei macchinari, circa 80 ai settori stema moda e arredo-casa, circa 30 al settore agro alimentare, una quindicina a vari settori ad alta e altissima tecnologia. Un secondo elenco comprende una ventina di imprese che hanno già in corso trattative per contratti di forniture di tecnologia e servizi, alcune delle quali già oggetto di gara.
La Cina, indica il ministero dello Sviluppo economico, ha quello che manca all'Europa: liquidità, quantificabile in oltre 100 miliardi di dollari, risorse fresche «pronte per essere investite in Europa». Fino ad ora ne hanno beneficiato Germania, Gran Bretagna e Svizzera: l'ultimo shopping tour cinese in questi paesi lo scorso febbraio (assente la Francia per motivi politici) si concluse con affari per 11,5 miliardi di euro. A fine giugno del resto Hu Jintao era in visita in Croazia.
L'Italia, secondo quanto indica il ministero per lo Sviluppo economico, è sempre rimasta fuori dal radar cinese nonostante gli sforzi compiuti anche con la visita nel settembre 2006 dell'allora presidente del Consiglio Romano Prodi. Nell'ultimo anno tuttavia i rapporti economici fra i due peasi si sono intensificati e proprio verso la ina, nonostante la crisi economica, le esportazioni italiane sono cresciute del 18,9% nel primo quadrimestre dell'anno, trainate dal comparto dei macchinari e beni strumentali.
Nel 2008 l'Italia ha esportato beni per 6,5 miliardi di euro (+2,5%) e ne ha importati per 23,5 miliardi, con un passivo commerciale di circa 17 miliardi di euro; la 'shopping mission' cinese dovrebbe servire a riequilibrare la bilancia commerciale.
Le produzioni italiane che più interessano gli imprenditori cinesi sono i beni strumentali, i macchinari, i beni ad alta tecnologia, i farmaceutici, l'energia e le fonti rinnovabili.
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