6 maggio 2024
Aggiornato 22:00

FIAT, Uilm: Intesa raggiunta a Melfi, riprende lavoro alla Sata

Panicali: «Accordo positivo»

POTENZA - Riprende l'attività alla Fiat Sata di Melfi dopo l'intesa raggiunta nella notte cui sono giunti Confindustria e sindacati presso la sede della giunta regionale della Basilicata Ne dà notizia il segretario nazionale della Uilm, Eros Panicali.

«Questa mattina, alle 6 - dice Panicali - è ripreso il lavoro alla «Plastic Components», alla «Sistemi sospensione» e nello stesso stabilimento della Sata di Melfi: i lavoratori delle prime due aziende dell`indotto Fiat avevano iniziato uno sciopero la scorsa settimana che aveva comportato un fermo nella produzione anche nel sito della casa torinese nel potentino che produce la Grande Punto».

«Tredici lavoratori interinali della Plastic components il cui contratto era scaduto il 16 maggio scorso (e che non era stato rinnovato) - spiega Panicali - saranno assunti in altre aziende del comprensorio. Due le condizioni poste dalla parte imprenditoriale: la ripresa immediata del lavoro e la disponibilità a recuperare la produzione perduta».

Già nel pomeriggio di ieri 32 dipendenti della Sistemi sospensioni avevano accettato di firmare il rinnovo del contratto, sempre per la durata di due mesi. I sindacati da oggi, ad ogni fine turno, annuncia Panicali, terranno assemblee per discutere con i lavoratori l`intesa raggiunta con il consorzio Acm (che rappresenta le aziende dell`indotto) e la stessa Confindustria della Basilicata.

«La Uilm - sottolinea ancora Panicali - lavorava da giorni a questo esito positivo ed, infatti, l`evoluzione positiva della vertenza tiene conto delle esigenze occupazionali del territorio. Ora è importante che la Sata di Melfi, che ci ha chiesto di recuperare la produzione andata persa in questi giorni (circa 7.000 automobili) accetti un serio confronto sindacale in cui si definiscano le modalità per realizzare anche il recupero delle giornate lavorative venute meno a partire, per esempio, dalla richiesta della cassa integrazione ordinaria».