7 maggio 2024
Aggiornato 04:00
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Aziende italiane in Francia: una nuova ogni settimana

Intervista a presidente Afii, Appia: effetto fisco e costi energia

PARIGI - L`Italia sale sul podio degli investimenti esteri in Francia collocandosi al terzo posto alle spalle di Stati Uniti e Germania. A fine 2008 la quota delle imprese tricolori installate al di là delle Alpi ha raggiunto la soglia delle 1.500 secondo i dati elaborati dall`Afii, l`Agenzia Francese per gli Investimenti Internazionali. «L`anno scorso abbiamo registrato l`arrivo di cinquantadue nuove imprese italiane nel nostro Paese - dichiara in esclusiva ad Apcom l`Ambasciatore David Appia, Presidente dell`AFII - in pratica ogni settimana un`azienda italiana ha deciso di oltrepassare le Alpi e questo per noi è un dato molto importante».

In effetti anche in tempi di crisi il numero di aziende del Belpaese che si orientano verso la Francia non è diminuito eccessivamente. «Ci fa molto piacere che delle imprese straniere decidano di investire nel nostro mercato - sottolinea Appia - perché questo significa che vengono mantenuti dei siti produttivi e dei posti di lavoro. Alla fine dello scorso anno erano circa 2,5 milioni i dipendenti di aziende non francesi». Per il presidente dell`Afii la tipologia di impresa italiana che sceglie di aprire una propria filiale in Francia è rappresentato spesso «da PMI molto performanti e agili sui mercati che, in molti casi, hanno acquisito aziende già esistenti».

Ma cos`è che attrae gli imprenditori in Francia? Secondo l`Ambasciatore Appia «ci sono vari motivi combinati. Il primo è il trattamento fiscale che è stato semplificato e, in particolare, il meccanismo del credito d`imposta per la ricerca che permette di stornare il 50% dei costi di ricerca e sviluppo per il primo anno, il 40% per il secondo, il 30% per il terzo e via di seguito». Per il numero 1 dell`Afii ci sono però anche degli elementi strutturali. «Il costo dell`energia è inferiore a quello di altri Paesi - spiega Appia - inoltre gli imprenditori che vengono in Francia possono contare su una rete di infrastrutture moderne nel cuore dell`Europa, su una manodopera di qualità e su di una politica di sostegno all`innovazione condotta dal governo».

Le esperienze delle imprese italiane che hanno attivato sedi in Francia sono piuttosto positive. Per passare al di là delle Alpi gli imprenditori italiani devono però essere pronti a misurarsi con regole di funzionamento del mercato e con delle amministrazioni, più rigide di quelle del Belpaese. Questo però permette anche di avere maggiori certezze come ad esempio quando si parla di pagamenti.

«Quando viene stabilito l'importo di una commessa si può essere certi che il cliente effettuerà il pagamento nei termini previsti, non come accade spesso in Italia» dice ad Apcom Danilo Ottaviani, direttore di System Group France, la cui casa madre ha sede in provincia di Pesaro-Urbino e che in cinque anni di presenza transalpina è diventato il numero uno in Francia per la produzione di tubi corrugati in plastica con un fatturato 2008 di 30 milioni di euro. Altro elemento positivo che attira gli imprenditori italiani in Francia è rappresentato dal costo dell`energia più basso che nel nostro Paese. «Per fabbricare 18mila tonnellate di tubi - spiega Ottaviani - spendiamo dai 440 ai 500 mila euro. Per la stessa produzione in Italia, spenderemmo quasi il doppio, da 950 a 980 mila euro».

La Francia offre molte opportunità come riferisce ad Apcom Giuseppe Tripiciano, Direttore Generale Aggiunto di Gewiss France, azienda con sede nel bergamasco, uno dei leader internazionali nella produzione di sistemi e componenti di installazioni elettriche di bassa tensione (dalle apparecchiature per la domotica agli interruttori automatici di sicurezza, dai sistemi di quadri e centralini alle connessioni industriali, dalle canalizzazioni agli apparecchi d'illuminazione, ndr.

), con un fatturato 2008 di gruppo di 358 milioni di euro. «Nel nostro settore d'attività, quando un'azienda decide di investire in Europa - conferma Tripiciano - la Francia è uno dei Paesi in cui bisogna assolutamente essere presenti», questo anche se è ovvio che non sempre si può trovare la strada spianata per il proprio business. «Credo che si debba essere pronti ad affrontare l'eventuale pressione di lobbing nazionali - dice Tripiciano - che chiaramente non apprezzano l'arrivo di concorrenti stranieri.

Però è importante sottolineare che a livello normativo ci sono regole che valgono per tutte le aziende, francesi e non. Inoltre si può contare su una pubblica amministrazione che funziona».

A volte l`essere un impresa italiana «paga un pò la propria origine» secondo il responsabile di System Group France. «A volte bisogna fare i conti con una certa nomea negativa che si associa all`Italia - dice Ottaviani - per questo è importante far parlare il lavoro svolto per ottenere la fiducia dei propri clienti.

Inoltre credo che sia importante poter contare sulla presenza di dipendenti francesi soprattutto in certi posti chiave come la direzione prodotto o quella commerciale».

Dal punto di vista delle imprese italiane in Francia, anche al di là delle Alpi la fine della crisi sarà più probabile nel 2010 anche se qualcosa potrebbe iniziare a muoversi già con l`estate.

«A cominciare dal prossimo giugno dovrebbero riprendere alcuni progetti in cui sono impegnati certi nostri clienti - spiega Ottaviani - nei mesi estivi prevediamo una lieve ripresa degli ordini perché, per cinque mesi i clienti non hanno praticamente fatto acquisti quindi stanno esaurendo le proprie scorte, come conferma peraltro l`aumento del numero di preventivi che ci vengono richiesti».

La crisi non impedisce inoltre di continuare a fare progetti per il futuro come confermano i due rappresentanti delle imprese italiane. «Gewiss ha sempre puntato molto sulla ricerca e sviluppo - dice Tripiciano - recentemente abbiamo lanciato una nuova linea di prodotti per la domotica, che è destinata a diventare un ambito di sviluppo per i prossimi anni. La crisi va sempre presa come un'opportunità».

Anche per il responsabile di System Group France ci sono molti progetti pronti a partire come «la creazione di nuove linee di produzione».