Nuova sede Solidarietà Veneto Fondo Pensione
Il Fondo Pensione Negoziale aperto ora anche agli imprenditori artigiani e collaboratori
VENEZIA - Giuseppe Covre, in qualità di presidente di Solidarietà Veneto, ha presentato ad un folto pubblico tra cui spiccavano i Rappresentanti di Confindustria, Confartgianato e CNA, FederClaai e Casartigiani con segretari generali di Cisl e Uil Veneto, i numeri dello storico Fondo Pensione regionale, attivo ormai da 20 anni. I lavoratori che hanno affidato i loro risparmi previdenziali in Solidarietà Veneto sono oggi 45.300, dipendenti di oltre 6.000 aziende venete, sia industriali che artigiane. Il settore di lavoro più presente è quello metalmeccanico seguito dall’industria del mobile, dalla moda ed occhialeria, dall’alimentare e dai grafici e cartai. Gli artigiani aderenti sono circa 2.800. Le lavoratrici rappresentano circa il 30 % degli iscritti.
A questi ora si possono aggiungere imprenditori artigiani, collaboratori a progetto e coltivatori diretti. Il Fondo infatti può ora raccogliere le adesioni anche di queste figure professionali. Gli iscritti al Fondo veneto sono collocati, sotto il profilo previdenziale, in 3 fasce: quelli che avranno la pensione pubblica beneficiando del vecchio sistema retributivo e che sono il 18% degli aderenti, quelli che invece sono per interno nel sistema contributivo (i più giovani di età ed anzianità di lavoro) che toccano il 20% mentre la quota restante, il 62%, è costituita da lavoratori a sistema misto.
«Solidarietà Veneto vanta un ventennio di attività sociale – dice il direttore Franco Deotti – in cui ha erogato oltre 1.400 prestazioni pensionistiche complementari, finora tutte in forma capitale, ad iscritti che hanno raggiunto il pensionamento; inoltre, sono stati liquidati circa 5.000 tra riscatti ed anticipazioni parziali, complessivamente per diversi milioni di euro.» Sostanziosa la dotazione economica del Fondo: oltre 270 milioni di euro investiti in 4 diversi comparti: Garantito TFR, Prudente, Reddito e Dinamico che hanno maturato, ad oggi, rendimenti superiori a quelli del TFR e del tasso di inflazione.
«In 12 mesi abbiamo svolto un buon lavoro - ha ricordato il Presidente Covre - superando il picco negativo della crisi finanziaria in tutta tranquillità per le linee obbligazionarie e senza grossi problemi nelle linee bilanciate azionarie scelte, comunque, dai più giovani e quindi con un orizzonte temporale medio-lungo, le quali ora segnano un buon recupero. Presto nel comparto Reddito affiancheremo un nuovo gestore a quello attuale aumentando così la diversificazione negli investimenti riducendo ulteriormente il rischio per gli aderenti. Recentemente, inoltre, la Commissione lavoro del Senato ci ha convocato in audizione, come rappresentanti di un Fondo Pensione Territoriale, in merito allo sviluppo della Previdenza Complementare in Italia.»
Ma oggi, come si pone il Fondo dinnanzi alla crisi economica e come viene percepita soprattutto dai giovani la necessità di una pensione complementare? Risponde la Vice Presidente Vanna Giantin: «E’ necessario informare i cittadini che le pensioni future del sistema obbligatorio saranno più basse di un 15/20% rispetto alle attuali, per l’80% di cittadini che hanno il calcolo contributivo o misto. Per loro è quindi indispensabile una seconda pensione la cui costruzione va avviata al più presto cogliendo grandi vantaggi immediati: i contributi previsti dai contratti, il versamento del TFR, ed i sostanziosi sconti fiscali. La Regione Veneto, inoltre, – prosegue la Vice Presidente - assicura un contributo a favore dei giovani nuovi aderenti ai Fondi contrattuali. Per questo motivo, come Fondo Solidarietà Veneto, stiamo tenendo una serie di riunioni serali pubbliche su queste tematiche in molte città della Regione.»
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