19 aprile 2024
Aggiornato 20:30

L'Aquila: Confesercenti contro la modifica della legge sul commercio

La proposta consente ai capannoni industriali e artigianali dell’hinterland di trasformarsi in veri e propri centri commerciali

L'AQUILA - Netta contrarietà di Confesercenti alla modifica alla legge 11 del 2009, approvata ieri dal Consiglio regionale. La proposta consente infatti ai capannoni industriali e artigianali dell’hinterland aquilano di trasformarsi in veri e propri centri commerciali e direzionali.

SPECULATORI - «Questa è una vera ipoteca sul futuro della città e un favore enorme agli speculatori» dice Bruno Basile, vicepresidente provinciale di Confesercenti L’Aquila ed esponente del Consorzio commercianti del Centro Storico, «perché nei fatti si autorizza la speculazione ai danni della disperazione di commercianti e artigiani, che saranno nei fatti spinti a pagare affitti da capogiro nei nuovi locali ed a farsi carico dei lavori di ristrutturazione. Alla provvisorietà di queste strutture, onestamente, non crediamo: una volta che saranno oggetto di investimenti da diverse centinaia di migliaia di euro, nessuno le chiuderà più».

CENTRO STORICO - I commercianti del centro storico – dove prima del 6 aprile erano attive mille imprese commerciali e artigianali – sono seriamente preoccupati. «La nostra proposta è molto più sensata: individuare delle aree nelle quali attrezzare villaggi commerciali da smantellare mano a mano che il centro storico viene ripristinato. Ma ora - dice Basile - temiamo che con questo far west, autorizzato addirittura da una legge regionale e non attraverso un’ordinanza, si attenuerà la voglia di fare presto nella ricostruzione del centro storico aquilano».

METODO - Ai commercianti ed agli artigiani non è piaciuto neppure il metodo utilizzato dal Consiglio regionale. «Sono giorni che i proprietari dei capannoni offrono spazi chiedendo affitti da capogiro, giurando che la modifica della legge sarebbe stata questione di poche ore. E infatti, quasi per caso, siamo venuti a sapere di questa proposta che sarebbe il frutto, secondo i firmatari, di una ipotetica pressione dei commercianti che però non ci risulta affatto, se non per pochi casi isolati. Le associazioni di categoria servono proprio a questo: a rappresentare un’intera categoria, e non gli interessi di pochi. Ma la Regione non ha coinvolto le associazioni ed ha anzi fatto muro attorno a questa proposta» denuncia Basile «che nei fatti prende una decisione centrale: il cuore pulsante dell’Aquila, dai negozi agli studi professionali, viene trasferito nella zona industriale. Eppure c’erano – e ci sono ancora – decine di commercianti pronti a riaprire i propri negozi nel primo corridoio del centro storico che si dovrebbe aprire a giugno: sarebbe stato un segnale di grande speranza per la città. Invece la Regione ha deciso d’imperio, senza il confronto con nessuno, di trasferire tutto nelle zone industriali».

Anche per questo il direttore provinciale di Confesercenti, Filippo Ciancone, ha scritto al sindaco Massimo Cialente per chiedere «subito, nelle prossime ore, un incontro urgente perché la gestione del dopo-terremoto sta prendendo una piega pericolosa per il futuro dell’Aquila».