Salari: per Adoc occorrono meno tasse locali
«Il potere d'acquisto si è notevolmente ridotto, occorrono interventi su tasse locali e liberalizzazioni»
ROMA - Secondo l'Ocse l'Italia, tra i 30 paesi che fanno riferimento all'organizzazione internazionale, è solo al ventitreesimo posto, con un salario medio annuo netto di 21.374 dollari, pari a circa 1.300 euro al mese. Per Adoc il potere d'acquisto si è notevolmente ridotto, occorrono interventi su tasse locali e liberalizzazioni, soprattutto nel settore energetico.
«Tale classifica è il risultato della diminuzione del potere d'acquisto avvenuto negli ultimi 7 anni a causa dell'aumento dei prezzi - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - soprattutto nei settori dell'energia, degli alimentari e della casa, abbiamo avuto un aumento dei prezzi superiore agli altri Paesi, e ora siamo in una situazione svantaggiata. E' grave l'ennesimo rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari, nonostante l'inflazione nell'ultimo mese sia rimasta stabile. In Francia, dove il valore defiscalizzato di un buono pasto è di 7 euro, la Camera ha recentemente approvato una legge che consente di utilizzare i ticket anche per comprare frutta e verdura, mentre da noi non si riesce a risolvere ancora il problema dell'adeguamento del valore del buono al costo della vita. E' necessario alzare la soglia dell'esenzione fiscale e contributiva, attualmente 5,29 euro, valore fermo da 15 anni. Oggi con un buono pasto non si riesce a comprare neanche un pasto completo, basta appena per un tramezzino, un succo di frutta e un caffè.
Per l'Adoc la soluzione per ridare ossigeno alle famiglie è la riduzione dei prezzi e delle tasse locali e maggiori liberalizzazioni.
«Per uscirne è necessario avviare una politica di concertazione nel commercio, che porti a una diminuzione dei prezzi. Sia riducendo le tasse locali, sia limitando gli intermediari che oggi assorbono il 40% dei profitti -continua Pileri - l'incremento delle tariffe ha eroso i redditi delle famiglie, incidendo in media del 35%. Negli ultimi 10 anni le tariffe sono cresciute in media al doppio dell'inflazione. Nel settore dell'energia, invece, il problema è che non esiste una reale concorrenza, per questo i prezzi rimangono alti. E' quindi necessario procedere con le liberalizzazioni».
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