28 marzo 2024
Aggiornato 11:00

Confagricoltura traccia la mappa dei danni del maltempo di fine Aprile

Gli agricoltori rischiano di non avere ristoro per i danni subiti

ROMA - Dopo l’emergenza atmosferica di fine aprile si contano i danni. Confagricoltura fa il punto della situazione, ricordando che in generale i problemi maggiori hanno interessato le colture cerealicole che, a causa delle piogge incessanti e delle esondazioni, sono andate perse e non potranno essere riseminate.
Confagricoltura sottolinea poi che questa inaspettata ondata di maltempo ha provocato nelle campagne danni ingenti e c’è il rischio per gli agricoltori di non avere ristoro.

«In Italia - pone in evidenza l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - abbiamo una legge buona, che molti Paesi europei ci invidiano, quella che istituisce il Fondo di solidarietà nazionale per interventi in aiuto delle aziende agricole colpite da eventi calamitosi; manca però completamente di risorse finanziarie».

«Come Confagricoltura - si sottolinea - avevamo ripetutamente evidenziato all’attuale Esecutivo la mancanza di disponibilità pubbliche per gli interventi di soccorso, sia di tipo assicurativo, che contributivo, i cosiddetti interventi ex post».

Per gli «interventi ex post» il Fondo di solidarietà può contare unicamente sulle disponibilità della Protezione Civile, che ammontano a soli 27 milioni di euro, assolutamente insufficienti per un adeguato intervento di soccorso alle aziende colpite.
Gli eventi calamitosi di fine aprile sono accaduti in un momento di indecisione e di attesa degli agricoltori di garanzie per un intervento contributivo dello Stato sui premi assicurativi come negli anni passati.

«Molte aziende, specie quelle del settore cerealicolo, non avevano, pertanto, ancora stipulato le polizze, specie quelle pluririschio, in grado di coprirle da perdite derivanti da eccesso di piogge o alluvioni. La conseguenza è che molte aziende danneggiate sono - spiega Confagricoltura - completamente scoperte e non in grado da sole di fare fronte alle perdite derivanti da questa calamità».

A tale proposito Confagricoltura ha sollecitato il Governo ad attivare, in via eccezionale, ovviamente con adeguate risorse finanziarie, gli interventi compensativi che permettano di far fronte a questa emergenza.

LA MAPPA DEI DANNI DI CONFAGRICOLTURA
Confagricoltura disegna la mappa dei danni, ponendo in evidenza come la forte ondata di maltempo ha provocato ingenti danni soprattutto nel Nord del Paese. Ma le difficoltà si sono avute anche in alcune zone del Centro-Sud (vento forte in Sicilia, allagamenti e grandinate nel foggiano e nel Lazio).
In particolare, in Piemonte si sono registrate, a causa delle forti piogge, allagamenti dei campi, che hanno vanificato le operazioni colturali. Danni ingenti sono stati causati, anche, dalle esondazioni dei fiumi Tanaro e Bormida, che hanno provocato rilevanti perdite alle imprese agricole situate nelle aree dove, dopo il 1994, sono stati costruiti gli argini a protezione di città e paesi.
Per questa regione la prima stima è di 15 milioni di euro tra distruzione delle colture autunnali e primaverili, perdita delle scorte, danni agli allevamenti, alle strutture, agli impianti, ai macchinari, alle attrezzature e agli edifici rurali.
Da parte della Confagricoltura del Piemonte è stata sollecitata all’organo regionale la dichiarazione dello stato di calamità naturale e di conseguenza anche la sospensione dei pagamenti relativi a imposte, contributi previdenziali e rate di mutuo.
Confagricoltura ha, inoltre, chiesto la ricostruzione degli argini a difesa delle aziende agricole ed ha insistito sulla prevenzione che va attuata con la manutenzione dei fiumi e, dove necessario, con la ricalibratura e il dragamento dei corsi fluviali, nonché la proibizione della cementificazione selvaggia.
Per quanto riguarda la Lombardia - informa l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - particolarmente colpita è la provincia di Pavia, con allagamenti e strade interrotte nelle zone collinari; le vigne sono disastrate sia dal punto di vista strutturale, che colturale.
Il Po’ è esondato lungo il suo corso, interessando diverse provincie, con allagamenti di aziende agricole, particolarmente dove non ci sono le golene. Difficoltà per allagamenti anche a sud di Milano e Cremona.
Le piogge incessanti ed irruenti in Liguria - si evidenzia nella ricognizione di Confagricoltura - hanno creato, fra l’altro, l’esondazione del Centa che ha sommerso le colture della piana di Albenga.
In Emilia Romagna il maltempo ha interessato soprattutto le provincie di Piacenza, Rimini e Ferrara, (quest’ultime due per la forte mareggiata); i danni hanno riguardato le strutture viabili e aziendali e molteplici colture.
In Veneto - prosegue l’Organizzazione imprenditoriale - si sono avute perdite colturali e allagamenti dei campi.