29 marzo 2024
Aggiornato 11:00

Agricoltura, CIA: bene la vendita diretta

«Non sempre i “Farmers market” garantiscono un ruolo esclusivo ai produttori agricoli»

«La vendita diretta da parte degli agricoltori è un’esperienza che va sostenuta e sviluppata perché rappresenta un vantaggio sia per i consumatori, oggi costretti ad affrontare una spesa sempre più onerosa per imbandire le tavole ogni giorno, sia per i produttori agricoli che possono vendere, a prezzi equi, i prodotti del loro lavoro e valorizzare il ‘made in Italy’ che ha le sue prerogative essenziali nella sicurezza alimentare e nella qualità. Cosa ben diversa sono i cosiddetti ‘Farmers market’, dove non sempre il ruolo degli imprenditori agricoli è esclusivo e possono entrare, invece, in gioco altri interessi». Lo ha sostenuto il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi intervenendo oggi alla presentazione della guida «L’altra metà della terra», dove, appunto, si evidenzia il ruolo delle agricoltrici nella vendita diretta dei loro prodotti agricoli.

COMMERCIO - Politi ha, in questo modo, inteso chiarire alcuni aspetti della commercializzazione agricola, sottolineando che non bisogna fare confusione di ruoli e garantire all’agricoltore di esercitare una funzione che gli viene riconosciuta dalla legge. «Non solo. E’ necessario -ha detto- rafforzare il legame con il territorio, con la tipicità, con le tradizioni e le culture. Pertanto, riteniamo essenziale portare in campagna i consumatori e fare in maniera che acquistino quei prodotti che costituiscono un patrimonio inestimabile dell’agroalimentare italiano».

«Bisogna evitare -ha aggiunto- che l’imprenditore agricolo non sia messo nelle condizioni di svolgere direttamente la vendita dei suoi prodotti e sia, quindi, un semplice anello di una catena. Oltretutto, molti di questi ‘Farmers market’ si vanno a sostituire a strutture già esistenti e rischiano di innescare soltanto polemiche che certamente non giovano».

RUOLO GDO - «Noi -ha sottolineato il presidente della Cia- non vogliamo entrare in conflitto e in rotta di collisione con la grande distribuzione, con il commercio nel suo complesso. Ognuno ha un proprio ruolo ben preciso. Questo non può essere un terreno di competizione. Diciamo, invece, che la vendita diretta, sia in azienda che nei mercati destinati dai vari comuni italiani, come previsto dalla legge vigente, è uno strumento che permette all’agricoltore di svolgere un’azione che gli è propria e che gli garantisce l’opportunità di accrescere il suo reddito».

FILIERA CORTISSIMA - «La vendita diretta, più volte richiesta dalla Cia, assume, d’altra parte, nell’attuale frangente -ha rimarcato Politi- un grande significato. La filiera cortissima, che riduce una lunga intermediazione, rappresenta, infatti, un fattore importante per contenere i prezzi e combattere i rincari abnormi e ingiustificati provocati dai molteplici passaggi e dalle spinte speculative. Nello stesso tempo, si dà agli agricoltori un’opportunità rilevante per rafforzare il loro rapporto con i consumatori».

«Gli agricoltori, oltre a produrre derrate alimentari, possono, dunque, usufruire della possibilità della vendita diretta al consumatore. Noi -ha concluso il presidente della Cia- andremo avanti sulla nostra strada e faremo il possibile per aiutare tutti quegli imprenditori, tutelandone gli interessi, che vogliono sfruttare questa grande ed interessante opportunità. In questo modo si difendono sia il lavoro agricolo che i consumatori».