19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
MALTEMPO

Confagricoltura: «Ora in campagna si contano i danni»

«Sono milioni di Euro danni che, in parte, si sarebbero potuti evitare»

ROMA - Le intense piogge e i temporali che hanno interessato il nord della nostra Penisola, hanno creato problemi gravissimi a strutture agricole, coltivazioni e vigneti. Piemonte, Lombardia ed Emilia sono le regioni maggiormente colpite dall’ondata di maltempo. Sono milioni di Euro danni che, in parte, si sarebbero potuti evitare. «E’ singolare - rimarca Confagricoltura – che dopo ogni calamità si contino le perdite, ma non si investa sufficientemente per progetti di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio e dei bacini fluviali».

Così, in Piemonte sono state chiuse diverse centinaia di strade provinciali e comunali: in provincia di Cuneo ci sono aziende isolate, soprattutto nel comune di Ceva. E, in tutta la regione il settore ha subito danni, secondo Confagricoltura, per decine di milioni di euro, senza considerare quelli alle infrastrutture. Nell’Astigiano, si sono verificate oltre 2.500 frane che hanno gravemente compromesso i vigneti. «Il problema – sostengono i tecnici di Confagricoltura – non è soltanto l’esondazione quanto lo smaltimento delle acque». Nel Novarese e nel Vercellese è saltato in buona parte il reticolo delle risaie e le esondazioni costringeranno a nuove semine. Ad Alessandria, importante area di produzione di pomodoro da industria, bisognerà valutare se cambiare coltura. A Torino la rete viaria rurale non ha retto e ci sono problemi anche per le prese irrigue. L’acqua, oltre ad aver compromesso le semine, crea problemi fitosanitari, per il grano in particolare.

In Lombardia, colpita la provincia di Pavia. Colline disastrate da frane e smottamenti e strade poderali cancellate. Gravissimi i danni alla viticoltura causati da frane e smottamenti: molti i vigneti distrutti, ma anche in pianura la sovrabbondanza d’acqua e le esondazioni hanno causato l’allagamento dei silos e problemi al bestiame, macchine e attrezzi. Nel Milanese e nel Bresciano i danni principali riguardano le semine, in parte compromesse, e i problemi fitosanitari alle colture, causati dalla troppa acqua. In Emilia Romagna l’emergenza si è verificata a Piacenza: danni gravissimi a strutture coltivazioni. E’ stata chiesto lo stato di calamità naturale, oltre a interventi sulla regimazione dei corsi d’acqua. Nella parte occidentale della provincia campi sommersi, allagamenti di abitazioni, stalle e fabbricati rurali. Centinaia di ettari coltivati a pomodoro da industria e mais a rischio di risemine. Nelle altre – al momento - si rischia per dover riseminare mais e soia; si temono problemi fitosanitari per pere, pesche, albicocche e ciliegie.