FIAT: i dubbi del New York times sull'impero romano di Marchionne
Le «nozze» con Chrysler potrebbero non essere gestibili
L'edizione online del New York Times si apre oggi con un reportage che analizza in termini critici il possibile l'accordo Fiat-Chrysler. L'articolo prende le mosse ricordando l'incidente dell'anno scorso, quando l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne distrusse la sua Ferrari da 265.000 dollari e chiosa non senza malizia: «mentre gli analisti valutano i meriti delle operazioni gestite da Marchionne, resta aperta una questione più ampia: se Marchionne riuscirà nel suo progetto, la combinazione tra le due società non rischierà di somigliare molto presto alla sua sfortunata Ferrari?».
É una boutade che racchiude in sintesi tutte le esitazioni e i mal di pancia di diversi analisti americani sull'operazione. «In termini di management - dice Max Warburton, analista di Sanford C. Bermstein - è un azzardo enorme, sarà terribilmente difficile renderlo funzionale...». E Warburton aggiunge che Marchionne sembra aver l'ambizione di voler creare un nuovo impero romano dell'industria dell'auto.
Un impero che, osserva il New York Times, potrebbe essere costruito sulla sabbia. Almeno in termini finanziari. «In un momento straordinario come il presente, in cui una crisi finanziaria globale sembra aver messo al posto di guida i governi in prima persona piuttosto che i responsabili delle aziende automobilistiche, Marchionne potrebbe aver trovato il mondo di costruire un impero senza quasi denari».
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