4 maggio 2024
Aggiornato 11:00

Mediterraneo: con l’agricoltura si costruisce pace e sviluppo

Il presidente della Cia Giuseppe Politi è intervenuto ad Amman (Giordania) alla Conferenza dell’Unione araba degli agricoltori e delle cooperative

AMMAN - «Nel Mediterraneo l’agricoltura rappresenta un importante fattore di pace e di sviluppo. Bisogna, quindi, guardare a questa area in un’ottica nuova, moderna. Il Bacino del Mediterraneo è tornato ad essere crocevia del mondo, punto nevralgico per il progresso. Un’area alla quale proprio un settore come quello agricolo non può che rivolgersi con grande attenzione, in quanto costituisce l’elemento in grado di coagulare e rafforzare la cooperazione fra i vari paesi». Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi nel suo intervento, anche in qualità di presidente del Comitato Mediterraneo della Fipa (Federazione internazionale dei produttori agricoli) alla Conferenza dell’Unione araba degli agricoltori e delle cooperative (di cui fanno parte sedici paesi) che si è tenuta ad Amman (Giordania).

«In questo contesto -ha aggiunto Politi- è fondamentale la sinergia e la cooperazione tra gli agricoltori del Mediterraneo. Tra i fattori chiave c’è proprio il coinvolgimento diretto degli agricoltori nelle scelte politiche ed economiche. Il che favorisce la creazione e lo sviluppo delle filiere produttive interne ai paesi mediterranei».
«Comunque, il rafforzamento commerciale delle produzioni mediterranee -ha rilevato il presidente della Cia- può realizzarsi attraverso la valorizzazione della tipicità, del legame con il territorio, della qualità. Peculiarità che devono essere tutelate e valorizzate con maggiore efficacia non solo nei confronti dei paesi terzi, ma anche all’interno della stessa area euro-mediterranea».

«Difendere il settore agricolo significa -ha rimarcato Politi- accrescere le condizioni produttive e commerciali, armonizzare la normativa sui livelli igienico-sanitari e fitosanitari, sostenere la ricerca e la sperimentazione per innovare il prodotto, favorire gli investimenti pubblici (in particolare acqua e trasporti) per rafforzare la competitività».

Il presidente della Cia, nel suo intervento alla sessione della Conferenza dedicata ai cambiamenti climatici e agli impatti sull’agricoltura, ha sostenuto che «l’integrazione è sinonimo di pacificazione. E questo è proprio il senso dell’attività agricola: garantire sviluppo economico, laddove rappresenta una rilevante quota della ricchezza nazionale, come in molti paesi mediterranei, garantire l’equilibrio sociale, laddove offre ampie opportunità occupazionali, assicurare la sostenibilità ambientale delle attività agricole».
«La sfida della competitività e della sostenibilità convergono -ha detto il presidente della Cia- nel processo di adattamento ai mutamenti climatici, nella piena consapevolezza del rischio di aumento della vulnerabilità delle famiglie agricole e dei mercati ai rischi naturali».

Durante i lavori della Conferenza di Amman, Politi ha avuto una serie di incontri con tutti i leader agricoli arabi. In particolare, con il ministro dell’Agricoltura della Giordania Said Al-Masri ha avuto un proficuo confronto. Da esso è emersa l’opportunità di un incontro bilaterale con la Cia per poter rafforzare i rapporti e sviluppare strategie comuni tese allo sviluppo agricolo.
Il presidente Politi era accompagnato dalla responsabile dell’Ufficio internazionale della Cia Cristina Chirico che ha partecipato, intervenendo, alla sessione della Conferenza di Amman dedicata alla ricerca e all’innovazione tecnologica in agricoltura.