29 marzo 2024
Aggiornato 16:00

Scuola, tagli confermati: a settembre saltano 42.000 prof

Il Decreto alla firma dei Ministri: perderà più posti il Sud

ROMA - Niente sconti per la scuola: dal 1° settembre saranno 36.854 i posti di docente in meno. Il dato è contenuto nelle tabelle allegate alla bozza di decreto interministeriale sugli organici, in questi giorni alla firma del ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, e confermati durante l'incontro che si è svolto a viale Trastevere con i sindacati di categoria. Quest l'iter che attende il decreto: dopo la firma del documento da parte del responsabile del Miur, e la successiva del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, i tagli verranno comunicati alle direzioni regionali che assieme a regioni ed enti locali dovranno predisporre la loro applicazione.

La riduzione corrisponde, rispetto agli organici attuali, ad una perdita netta del 6,2% medio nazionale ed è destinato a raggiungere il 7% poiché in estate il Miur provvederà ad attuare un'altra 'sforbiciata' di 5mila cattedre sul cosiddetto organico di fatto (le effettive iscrizioni degli studenti). Percentualmente però non tutte le regioni subiranno lo stesso trattamento: in linea generale sarà il Sud a perdere maggiori posti d'insegnante. Si va dal 3,7% dell'Emilia-Romagna al 7,3% dell'Abruzzo, all'8,2% della Sicilia, all' 8,9% della Basilicata fino al 9,2% della Calabria. Una tendenza confermata anche a livello numerico: la regione che perderà più docenti, complessivi di tutti i gradi scolastici, dall'infanzia alle superiori, sarà la Campania (5.645 posti tagliati), seguita dalla Sicilia (5.020), dalla Puglia (3.600), dalla Calabria (2.500) e dalla Sardegna (1.670). Un numero cospicuo lo perderanno comunque anche la Lombardia (circa 4.000 posti), il Lazio (2.800) e il Piemonte con 2.175 tagli.

Fin qui i numeri complessivi. Va detto però che se si vanno a guardare le zone e i diversi gradi scolatici esistono sensibili differenze. A livello regionale si va dal decremento dell'1,6% nelle primarie (le ex elementari) dell'Emilia Romagna a quello decisamente più alto del 15% nelle secondarie di primo grado della Calabria. Per quanto riguarda i tipi di corsi, le riduzioni maggiori riguarderanno la secondaria di primo grado (la ex scuola media) che perderà l'11% dell'attuale organico di docenti. Si tratta di un taglio complessivo di 15.500 posti, pari al 10,6% dei posti attuali; con punte di oltre il 14% in Basilicata, Calabria e Sardegna.

Meno sentito il taglio alla primaria, dove se ci saranno circa 10.000 maestri in meno, pari ad un - 4,4%. Anche in questo ordine scolastico a pagare maggiormente sarà il Sud: l'8% in Molise ed oltre il 7% in Campania, Puglia e Sicilia. Più uniforme il decremento di posti nella secondaria superiore, che comunque si vedrà ridurre l'organico dei prof del 5% (11.346 posti in meno). Nessuna riduzione è prevista invece per i posti di sostegno che restano sempre 90.469 (58.463 assegnati in organico di diritto e 32.006 annuali).