L’export lodigiano non cede: +22,7 % nel 2008, +13,2% il fine d'anno
Migliorano sui mercati tradizionali la meccanica e la chimica-farmaceutica
LODI - Il rallentamento generale dell’economia seguita alla bufera di fine estate ha riguardato pressoché tutto il mondo produttivo lombardo.
La frenata dell’export non ha comunque impedito alla Lombardia di chiudere il 2008 in positivo, con 103,7 miliardi di esportazione e una crescita annua del +1,6%.
La decelerazione regionale, per ora non ha coinvolto il lodigiano che ha chiuso l’ultimo trimestre 2008 con valori delle esportazioni in aumento (+13,2%). Su base annua, il dato di crescita si è tradotto in una piccola performance. La provincia di Lodi ha superato complessivamente 1,6 miliardi rispetto i 1,3 miliardi del 2007, mettendo a segno una sorprendente variazione relativa : +22,7%.
Un balzo importante, sia in assoluto che in percentuale, che fornisce la spia di quanto negli ultimi tempi il territorio ha allargato e approfondito i propri rapporti con i Paesi esteri. L’indicazione è resa ancor più evidente alla luce del medio e lungo periodo: solo rispetto a cinque anni fa il valore delle merci e dei prodotti esportati è cresciuto dell’83,9%, mentre nei due ultimi lustri l’ammontare complessivo è quasi triplicato.
Nel 2009, in ogni caso, il sistema locale dovrà fare i conti con il deterioramento del mercato europeo (comunitario e dell’est) dal momento che i flussi lodigiani di prodotti manufatti e trasformati per l’86% sono orientati verso questi paesi. Sarà importante vedere in quale misura la loro frenata inciderà sui comparti trainanti delle nostre esportazioni e come si ricomporrà la domanda estera.
Per ora, sulla scorta dei dati Istat resi disponibili in questi giorni, si può solo considerare lo sviluppo marcato dalla propensione all’export della nostra economia, con una particolare accentuazione verso i tradizionali mercati di riferimento: Belgio, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, che assorbono da soli il 66% del totale merci esportate nei 27 Paesi dell’ Europa.
Secondo le prime stime, i settori maggiori del nostro export, vale a dire meccanica, chimica e farmaceutica, non hanno ancora registrato la frenata accusata invece in Lombardia dove macchine e apparecchiature meccaniche (macchine utensili, di impiego generale, per la produzione e l’impiego di energia meccanica, per l’agricoltura, apparecchi per uso domestico, armi e sistemi d’arma) si sono fermate a un -0,3%, mentre nel lodigiano hanno proseguito la loro corsa mettendo a segno un +66,4%.
Nel lodigiano ha fatto bene anche l’aggregato delle apparecchiature elettriche, elettroniche e ottiche (+13,7%), mentre decrescono le lavorazioni dei metalli e i prodotti in metallo (+1,4%). Buono l’andamento annuo del chimico-farmaceutico con il valore dell’export in crescita1(+15,5%), in larga misura attribuibile ai prodotti farmaceutici (+44,6%), mentre il settore della chimica è cresciuto in tutte le sue voci (+4%) tranne che nelle fibre sintetiche e artificiali (settore peraltro non incidente) che ha perso circa il 78% di esportazioni.
Nell’ultimo trimestre 2008 la Lombardia ha perso quasi quattro punti percentuali di export Solo quattro le province lombarde che hanno chiuso l’anno in positivo: Lodi (+13,2%), Pavia (+9,6%), Sondrio (+6,8%), Varese (+4,8%). Il finale d’anno ha invece visto andare male tutte le altre, in particolare Mantova il cui tessuto imprenditoriale ha accusato l’11% in meno di esportazioni, mentre l’altra provincia agricola, Cremona, ha accusato una perdita del 6,5%. Milano, sia pure in negativo è andata meglio della media regionale con -3,7%.
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