20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
I dati dell'indagine di MC e MDC nell'ambito del progetto GSE

Energia: cresce la voglia di risparmio nelle scuole italiane

Il 70% fa la raccolta differenziata e il 41% usa lampadine a basso consumo. Ma sul fronte delle rinnovabili siamo ancora in ritardo

Raccolta differenziata dei rifiuti e uso di lampadine a basso consumo sono le misure più adottate dalle scuole medie italiane per risparmiare energia: rispettivamente da quasi il 70% e il 41% degli istituti. In particolare, è cresciuto sensibilmente rispetto al 2007 il numero delle scuole che utilizzano lampadine a basso consumo (dal 18,7% al 41%).

La manutenzione e la pulizia regolari dell'illuminazione vengono promosse, invece, solo dal 24% delle scuole, mentre appena il 21% applica le valvole termostatiche per il regolamento automatico della temperatura. Come nella precedente edizione del 2007, l'indagine denuncia l'assenza di interventi strutturali più significativi, come l'isolamento di nicchia dei radiatori e dei cassonetti, l'impianto fotovoltaico, il riduttore di flusso dei rubinetti.

L'indagine, realizzata da Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino (MDC) nell'ambito della seconda edizione del progetto cofinanziato dal Gestore Servizi Elettrici «A scuola di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili. Le nuove idee crescono tra i banchi », ha coinvolto 147 scuole secondarie di primo grado italiane, organizzando anche degli incontri formativi in 4 regioni.

Il sondaggio, che è stato sottoposto agli istituti, è andato a rilevare le azioni che gli organi scolastici attuano per ridurre il consumo energetico dell’edificio scolastico e le attività didattiche che i docenti hanno inserito nei programmi scolastici per educare i ragazzi al risparmio energetico.

Le scuole intervistate dimostrano la volontà di attuare iniziative volte al risparmio energetico e allo sviluppo delle nuove fonti di energia, ma la quasi totalità (90%) non prevede, come nel 2007, alcuna forma di budget per interventi sulla struttura e il 70% non riceve agevolazioni economiche esterne alle istituzioni scolastiche (solo il 21% dichiara di riceverne dal Comune, il 9% da altri enti).

D'altra parte, le scuole dichiarano di agire in maniera prevalentemente autonoma (45%), non attivandosi nel confronto con enti come il Comune, l'Enel, le Associazioni ambientali, ecc. che potrebbero andare incontro alle esigenze scolastiche, così come avviene per il 14% di scuole che invece dichiarano di attivare regolarmente tali relazioni.

Il 72% delle scuole non ha un responsabile formale adibito al controllo e l'81% dichiara che l'autocontrollo dei consumi avviene attraverso la prassi quotidiana autonoma e non attraverso circolari diffuse dalla direzione. I dati, che sono leggermente in miglioramento rispetto all'indagine svolta nel 2007, evidenziano un grande senso di autodisciplina (ben 9 scuole su 10 dichiarano di prevedere modalità di autocontrollo dei consumi), ma continuano a prevedere margini di miglioramento per la costituzione di una struttura adibita alla garanzia del risparmio energetico e dello sviluppo delle fonti rinnovabili.

Il discorso vale anche per le iniziative di sensibilizzazione degli alunni, che è principalmente svolta legando i momenti pedagogici a iniziative extrascolastiche già esistenti.

Gli esiti di questa indagine sono stati raccolti in un dossier consultabile sui siti delle associazioni aderenti (www.movimentoconsumatori.it e www.mdc.it ).